Migranti: appello di Regioni e Comuni, fateli lavorare

ansa - immigrati -
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ROMA. – Sindaci e governatori sono in prima linea nell’affrontare il tema scottante dell’immigrazione e molti concordano sull’opportunità che i migranti lavorino sia per “ricambiare” l’ospitalità che viene offerta loro, sia anche per favorire l’integrazione sociale con le comunità che li accolgono.

“Il ministro Minniti imponga che tutti i migranti lavorino gratuitamente, in primis per ricostruire le aree terremotate”, chiede Flavio Tosi, sindaco di Verona. Sulla stessa linea il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi e il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, delegato Anci alle politiche per l’immigrazione.

“Noi sindaci saremmo felici se i migranti facessero lavori socialmente utili – spiega – sia come forma di ‘restituzione’ che di integrazione con i residenti”. “Al ministro dell’Interno Marco Minniti chiediamo: ci metta in condizioni di obbligare a lavori utili le persone che arrivano nel nostro Paese: è avere poco rispetto tenerle a non far nulla per un anno e più”, chiarisce Rossi.

Il quale ricorda anche che sull’accoglienza “un Protocollo interessante è stato siglato tra il ministero dell’Interno e l’Anci, peccato che le Regioni non siano chiamate in causa, è un errore, mi rivolgo sempre al ministro Minniti perchè vi si ponga riparo”. In realtà una circolare che permette di far lavorare gratis i migranti era stata emanata nel 2015 dall’ex ministro dell’Interno Angelino Alfano ma si tratta di una circolare ministeriale mentre agli Enti locali servirebbe una legge dello Stato che preveda la possibilità di esigere prestazioni di lavoro gratuite da parte dei migranti.

E mentre anche Grillo si unisce ai tanti contrari all’ipotesi di aprire Cie in ogni regione, come prevede la “stretta” del governo dopo la direttiva del capo della polizia Gabrielli alle questure (“rallenterebbe solo le espulsioni degli immigrati irregolari e non farebbe altro che alimentare sprechi, illegalità e mafie”, si legge sul suo blog) è stata programmata nel breve periodo una visita a Tripoli del ministro Minniti.

E già vi sono stati contatti fra il Governo di Accordo Nazionale libico ed il Governo italiano su temi della sicurezza di comune interesse. Intanto il numero uno del Viminale ha incontrato l’omologo maltese, Carmelo Abela. “La migrazione non riguarda solo alcuni Paesi del Mediterraneo: è diventata un motivo di preoccupazione per tutta l’Europa, e tutti i Paesi debbono unirsi per cercare di trovare una soluzione comune”, hanno affermato dopo l’incontro bilaterale a La Valletta.

Ieri invece Minniti era stato in Tunisia dove aveva avuto colloqui con l’omologo tunisino Hedi Majdoub e aveva sostato davanti alla lapide in onore dei caduti del terrorismo al museo del Bardo, dove ha deposto una lapide in loro onore. La sicurezza del Mediterraneo è stato anche lì il tema al centro del vertice. L’obiettivo, per il Governo italiano, è siglare accordi con i Paesi d’origine per accelerare i rimpatri di coloro che non hanno le carte per rimanere in Italia. Su 100 migranti che arrivano nel nostro Paese, infatti, solo 40 ottengono lo status di rifugiato.

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