Messico: caro benzina, proteste e saccheggi, 250 arresti

Le proteste per l’aumento del prezzo della benzina a un distributore di Città del Messico, 3 gennaio 2017 (AP Photo/Rebecca Blackwell) ----------------------------------------------------------------------------
Le proteste per l’aumento del prezzo della benzina a un distributore di Città del Messico, 3 gennaio 2017
(AP Photo/Rebecca Blackwell)
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CITTA’ DEL MESSICO. – Le autorità messicane hanno arrestato almeno 250 persone accusate di vandalismo nelle proteste violente che si susseguono da tre giorni in diverse regioni del paese dopo un aumento del 20% del prezzo dei combustibili. Il maggior numero degli arresti si è verificato nello Stato del Messico, nel centro del paese (161 persone, fra le quali 35 minorenni) mentre in quello di Veracruz (est) unità militari sono dovute intervenire per impedire i saccheggi. Lo proteste sono accompagnate da blocchi stradali e da attacchi contro pompe di benzina e centri di distribuzione di carburanti.

L’azienda petrolifera pubblica Pemex ha avvertito che questi atti di vandalismo potrebbero compromettere l’approvvigionamento di combustibile in vari Stati del nord del paese, come Chihuahua, Durango e Baja California.

L’aumento del prezzo della benzina è stato difeso come “una misura dolorosa, ma necessaria” dal governo di Enrique Pena Nieto, ma è stato fortemente criticato da vari governatori di stati in mano all’opposizione, e dalla Confindustria messicana.

“Il governo ha scelto di risolvere il problema dello squilibrio fiscale nel modo più semplice e diretto, cioè aumentando le tasse”, ha commentato uno dei suoi portavoce, sottolineando che oltre il 40% del prezzo di un litro di benzina è costituito da tasse.

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