Trump accetta il rapporto degli 007 sulle ingerenze russe

Trump e Putin

WASHINGTON. – Donald Trump accetta le conclusioni degli 007 sulle cyber-intrusioni russe: lo garantisce a Fox News uno dei suoi più stretti collaboratori, Reince Priebus, prossimo chief of staff della Casa Bianca, a poche ore dalla sfilza di audizioni del Congresso, controllato dai repubblicani, che la prossima settimana riceverà i futuri ministri del tycoon. Intanto il presidente uscente, Barack Obama, parla del suo successore, osservando che Trump e lui sono “come due opposti”.

Martedì sera a Chicago Obama pronuncerà il discorso d’addio a chiusura della sua presidenza, ma da giorni consegna a media in interviste e interventi la sua visione e le sue speranze per il futuro. Così si autodefinisce una sorta di “secchione”, mentre il suo successore – sostiene – “non ha passato molto tempo sui dettagli”, un aspetto che può offrire un approccio più fresco ma anche finire per prenderlo alla sprovvista.

Il messaggio sembra applicarsi anche alla bufera sollevata dal rapporto dell’intelligence che ha stabilito il coinvolgimento di Mosca, su ordine di Vladimir Putin, nelle cyber-intrusioni volte a influenzare le presidenziali americane.

Trump ha messo nero su bianco la sua reazione, su Twitter, evitando però, secondo alcuni, una chiara condanna della Russia, necessaria anche come deterrente per il futuro come gli si ricorda da più parti, anche tra le file repubblicane.

Allora oggi, a tempesta in parte placata, i suoi più stretti collaboratori spiegano, precisano e limano i messaggi postati a caldo: Priebus riferisce che Trump “accetta i risultati” del rapporto stilato dagli 007 Usa sul ruolo della Russia nelle cyber-intrusioni e “non nega che entità russe sono dietro a particolari azioni”.

Ma il tycoon ci tiene a mettere in evidenza la grande responsabilità dei democratici al potere che non sono stati in grado di difendersi, rendendosi così vulnerabili. Analoghi i toni della responsabile della sua campagna e futura consigliera nella nuova amministrazione Kellyanne Conway. Intervenendo alla Cnn, Conway è tornata ad insistere: non sono stati gli hacker a scoprire che Hillary Clinton non piace agli americani.

L’ala dei repubblicani più critica verso Trump lo esorta a guardare al futuro da “leader del mondo libero”, come Lindsey Graham, l’influente senatore della North Carolina: “Gli chiedo solo di riconoscere che la Russia ha interferito e di rispondere. Perché la prossima volta potrebbero essere l’Iran o la Cina”.

Ma non c’è ancora nessuna ‘risposta’ in vista. E allora monta l’attesa per la conferenza stampa indetta dal presidente eletto l’11 gennaio (non ne teneva una dal 27 luglio). Un’occasione per andare oltre i messaggi via twitter rispondendo a domande a 360 gradi: sui rapporti con la Russia naturalmente, ma anche sul futuro delle sue aziende e i potenziali conflitti di interessi.

Così come è da chiarire il ruolo dei suoi familiari nella prossima amministrazione, a partire dalla figlia Ivanka, che indiscrezioni danno pronta a trasferirsi a Washington insieme con il marito Jared Kushner, molto vicino al presidente, e che resta ‘da collocare’.

Intanto i ministri e gli esponenti della nuova amministrazione, la cui nomina sarà nei prossimi giorni sottoposta alla ratifica del Senato, si preparano ad audizioni con pochi precedenti in termini di attenzione.

(di Anna Lisa Rapanà/ANSA)