Cyberspionaggio su Renzi, Draghi e Monti. Malware infetto per carpire informazioni

Polizia postale controlli al computer.
Polizia postale controlli al computer.
Polizia postale

ROMA. – Politici come gli ex premier Matteo Renzi e Mario Monti, vertici di istituzioni come il presidente della Bce Mario Draghi e l’ex comandante generale della Guardia di Finanza, Saverio Capolupo, religiosi come il cardinal Ravasi, enti come l’Enav e la Regione Lazio. Tutti vittime di una massiccia attività di cyberspionaggio organizzata dai due fratelli Giulio e Francesca Maria Occhionero, arrestati nel corso di un’operazione condotta dalla Polizia postale e coordinata dalla procura di Roma.

Operavano da soli o per conto di qualcuno? Quali segreti sono riusciti a carpire nel corso di almeno sei anni di hackeraggio? Sono alcuni degli interrogativi cui i prossimi accertamenti, anche con rogatorie negli Usa, potrebbero dare risposta.

MALWARE PER INFETTARE PC – Il metodo usato dagli Occhionero – 45 anni Giulio, ingegnere nucleare, già venerabile maestro di una loggia massonica collegata al Grande Oriente d’Italia, 49 anni Francesca Maria, entrambi residenti a Londra ma domiciliati a Roma – era quello classico del malware: un virus (Eye Pyramid, da cui prende anche il nome l’operazione) che, una volta installato non solo garantisce all’hacker il controllo da remoto del sistema infettato, ma permette anche di sottrarre integralmente i documenti contenuti senza che la vittima possa accorgersene. Lo stesso malware compariva nell’inchiesta sulla cosiddetta P4, ma allora non era stato possibile risalire al reale utilizzatore.

INTRUSIONE IN ENAV FA SCATTARE INDAGINE – A far scattare l’indagine un messaggio di posta elettronica inviato all’Enav spa. Il responsabile sicurezza dell’ente, insospettito dalla mail proveniente apparentemente da uno studio legale con cui non aveva mai avuto rapporti, anzichè aprirla, la invia ad una società specializzata che individua la presenza del malware. La segnalazione viene quindi inviata alla Polizia postale che, al termine di complesse rilevazioni, riesce a risalire agli Occhionero.

DATABASE CON 18MILA NOMI – Nelle mani degli esperti della polizia postale c’è un database con oltre 18.327 username catalogati in 122 categorie: politici, affari, massoni, ecc. E ci sono anche migliaia di file cifrati che si proverà ad aprire superando le protezioni poste. I server in cui i due avevano immagazzinato le informazioni raccolte sono stati sequestrati negli Stati Uniti dall’Fbi. Tramite rogatoria verrà chiesto l’accesso al contenuto per capire con esattezza quanti e quali dati sono stati rubati ed il reale giro d’interessi degli Occhionero.

RENZI E DRAGHI TRA GLI SPIATI – Nell’elenco degli spiati figura dunque Renzi, che nel giugno scorso ha subito due tentativi di intrusione nella mail personale. Tra giugno e luglio sono stati registrati due ‘assalti’ all’account istituzionale di Mario Draghi. E aggressioni telematiche attraverso Eye Pyramid hanno riguardato anche l’ex premier Mario Monti, Piero Fassino, Fabrizio Cicchitto, Maria Vittoria Brambilla, Ignazio La Russa, Fabrizio Saccomanni. Infettati poi i computer di due collaboratori del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Hackerati poi studi legali, agenzie di assicurazioni, Regioni, sindacati, società.

PERICOLO COMPROMISSIONI A SICUREZZA NAZIONALE – A partire dallo scorso 4 ottobre Giulio Occhionero – subodorando di essere controllato – ha iniziato a distruggere gli elementi di prova a suo carico cancellando dati che erano presenti nel suo pc e su alcuni server da remoto. Nell’ordinanza di custodia, emessa dal gip Maria Paola Tomaselli, si parla di “disegno criminoso volto ad acquisire, tramite l’utilizzo del malware, informazioni e dati sensibili che permettessero ai due di avvantaggiarsi nel modo della politica e dell’alta finanza”. Ed il pericolo rappresentato dai fratelli era “estremamente grave” nel momento in cui le loro violazioni riguardavano la sicurezza nazionale come nel caso dell’Enav. Ed i dati che saranno acquisiti con la rogatoria negli Usa potrebbero anche far emergere delitti contro la personalità dello Stato.

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