Renzi punta al ballottaggio, al lavoro in attesa della Consulta

Renzi, nella sede del Pd
Renzi, nella sede del Pd

ROMA. – Più che alla decisione della Consulta sui quesiti contro il jobs act, Matteo Renzi, a Roma per riprendere le fila dell’iniziativa politica, guarda alle scelte della Corte il 24 gennaio, quando i giudici si pronunceranno sull’Italicum. E lo schema, maturato nei numerosi incontri al Nazareno, punta su un eventuale salvataggio del ballottaggio da parte della Consulta: a quel punto, si ragiona al vertice dem, si parte da questo paletto per una proposta “da approvare con chi ci sta” sfidando in primis M5S, a parole favorevole all’Italicum e quindi al ballottaggio, così da approvare in tempi brevi una riforma omogenea e tornare alle urne.

Renzi, che tornerà a Pontassieve per festeggiare il compleanno, ha avviato quella fase di ascolto dentro e fuori il partito per, ripete ai suoi, “fare tesoro degli errori commessi”. E tranne un pranzo fuori con Graziano Delrio, ha trascorso la giornata al Pd, incontrando i big del partito.

Il leader dem potrebbe annunciare la nuova segreteria già all’inizio della prossima settimana. La tentazione di azzerare tutto c’è ma, sentendo i suoi, il segretario si starebbe convincendo a rafforzare l’organismo interno senza fare tabula rasa. L’obiettivo è di aprire il partito ai territori, con l’innesto di alcuni sindaci, come quello di Ercolano Ciro Bonajuto, ma anche di coinvolgere alcuni esponenti della società civile.

Irrobustendo la segreteria, ad esempio con l’ingresso di Tommaso Nannicini, di fatto l’ex premier prepara le vere mosse dei prossimi mesi: costruire il programma elettorale con cui affrontare una sfida che, ammettono tutti, sarà durissima. Alla battaglia elettorale, però, si potrà arrivare, ha chiarito ancora una volta nel discorso di fine anno il Capo dello Stato, solo con una legge elettorale omogenea tra Camera e Senato.

Messe da parte tentazioni diffuse di accelerare, Renzi ha deciso di aspettare la decisione della Corte Costituzionale del 24 prima di muoversi veramente e presentare una proposta del Pd. L’idea è che se la Consulta salvasse il cuore dell’Italicum, ovvero il ballottaggio da sempre considerato dall’ex premier come unico modo per garantire la certezza del vincitore, intorno ad esso si costruirebbe la proposta di riforma elettorale.

Non più il Mattarellum, dunque, sarebbe il ddl su cui il Pd cercherebbe un’intesa in Parlamento ma un sistema che preveda che al secondo turno arrivino solo due forze, magari in coalizione, se in tal senso dovessero essere fatte correzioni dalla Corte.

Su questa proposta, Renzi cercherà sponde da ogni parte ma lancerà una sfida soprattutto ai grillini: se davvero volete andare alle urne presto, sarebbe il ragionamento, votate una riforma elettorale che mantiene il punto principale dell’Italicum da voi stessi difeso.

Se la Corte Costituzionale dovesse quindi non toccare il ballottaggio, conferma Lorenzo Guerini, “lavoreremo per adeguare la legge elettorale del Senato, anche perché una nuova legge non si vara in funzione anti-Cinque Stelle di cui non abbiamo paura”.

Ma questa proposta aprirebbe una nuova frattura nel Pd, dove la minoranza non ha mai visto di buon occhio il doppio turno. Ed è proprio per cercare di mediare tra i dem che, a quanto si apprende, Gianni Cuperlo presenterà una proposta di legge elettorale che ricalca i punti principali dell’accordo sulle modifiche all’Italicum, siglato dallo stesso Cuperlo con Renzi ad inizio novembre: cancellazione del ballottaggio, premio alla coalizione e elezione dei deputati nei collegi.

(di Cristina Ferrulli/ANSA)