Xi è disposto ad incontrare a Davos il team di Trump

PECHINO. – Il World Economic Forum di Davos si avvia a diventare il palcoscenico di un altro piccolo passo in avanti dei rapporti turbolenti tra Pechino e Donald Trump: il presidente Xi Jinping è aperto all’ipotesi di incontrare il team del presidente eletto Usa nell’evento che la prossima settimana riunirà in Svizzera i leader mondiali di business e politica.

Il vice ministro degli Esteri Li Baodong, nel briefing con i media sulla visita di Stato di Xi nella Confederazione elvetica (15-18 gennaio), ha detto che “ci sono canali di comunicazione aperti” e che l’ipotesi si potrà realizzare “se il programma lo permetterà e se c’è il desiderio” delle parti di farlo.

Xi sarà il primo presidente cinese a Davos dove terrà anche un discorso incentrato sulla difesa di globalizzazione e multilateralismo, in una fase in cui il protezionismo sembra aver ripreso quota in Occidente. Martedì 17 il presidente solleciterà invece i leader a “guidare la globalizzazione nella direzione della maggiore inclusività e del mutuo beneficio”, ha poi precisato Li.

Nella misura consentita dell’agenda dei lavori, “la Cina è aperta a incontri bilaterali”, ha detto sull’ipotetico faccia a faccia con gli inviati di Trump, come Anthony Scaramucci, membro del team di transizione, che rappresenteranno in Svizzera il presidente eletto.

Il Forum di Davos, oltre a caratterizzarsi per l’inedita presenza di Xi, cade nella stessa settimana della cerimonia inaugurale di Trump come presidente del 20 gennaio: fattori sufficienti per far alimentare le attese da parte cinese, spiazzata finora dalle mosse del tycoon, compresa quella della telefonata con la presidente di Taiwan Tsia Ing-wen.

Li ha respinto le accuse di protezionismo, rilanciate spesso da Trump con la minaccia di dazi al 45% all’import dal Dragone, definendole “ingiustificate” vista l’opposizione costante cinese a tali misure: “il protezionismo commerciale porterà all’auto-isolazionismo che non è interesse di alcuno”.

I media ufficiali, intanto, hanno continuato a esprimere apprezzamento e fiducia per il meeting avvenuto lunedì a New York tra Trump e Jack Ma, il patron del colosso dell’e-commerce Alibaba. Le tv hanno mandato in onda le immagini della breve conferenza stampa congiunta alla Trump Tower, in un’atmosfera stile “The Apprentice”, l’amatissimo format del tycoon che ha contribuito a renderlo un volto più popolare.

E’ il segnale, ha scritto il Global Times, che Trump, le cui posizioni nette hanno proiettato nuvole nere sui rapporti bilaterali, “ha lasciato la porta aperta alla cooperazione pragmatica con le compagnie cinesi” che potrebbero aiutare l’economia Usa e la creazione di nuovi posti di lavoro.

Ma, in ottimi rapporti con Barack Obama, ha parlato di un milione di piccole imprese, soprattuto del Midwest, da aiutare a vendere i prodotti sulla piattaforma e-commerce in Cina e Asia. Insomma, la carta Ma è sembrata più efficace di quella rappresentata da Henry Kissinger, l’ex segretario di Stato autore del disgelo diplomatico bilaterale degli anni ’70.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)