Salvini attacca Berlusconi, inciucista. Mediaset? Si può vendere

ROMA. – Nessuna intenzione di sedersi al tavolo per discutere del futuro del centrodestra. Matteo Salvini lancia un doppio affondo contro Silvio Berlusconi che viene accusato di essere “un inciucista” con cui è impossibile parlare di alleanze. Ma più che sul versante politico, il leader della Lega attacca il Cavaliere su un piano più privato bollando Mediaset come “un’azienda non strategica per il Paese” per cui non ci sarebbe “da scandalizzarsi” se i francesi la dovessero comprare.

Parole che descrivono bene come i rapporti tra i due siano al mimino storico. Salvini non ha intenzione di dialogare con il leader di FI e Berlusconi incontrando lo stato maggiore del suo partito ha ribadito che la priorità resta la legge elettorale il più possibile proporzionale che garantisca agli azzurri mani libere nella corsa elettorale e poi, a urne chiuse, la possibilità di allearsi.

E se il Cav ha intenzione di giocare una partita da protagonista, il segretario del Carroccio non concede spazi di manovra: “Se Berlusconi non condivide il nostro programma per uscire dall’euro e controllare i confini – avverte – un’alleanza è impossibile”.

Altro discorso sono gli accordi a livello locale in vista delle elezioni amministrative della prossima primavera. Per tutti rappresentano un test in cui far ‘pesare’ i propri voti in attesa poi delle politiche. La questione sarà affrontata da una Commissione ad hoc nominata da Berlusconi e presieduta da Altero Matteoli che avrà il compito di individuare i candidati più adatti confrontandosi anche con il resto dei partiti del centrodestra.

Ad incidere sul perimetro del futuro centrodestra sarà la nuova legge elettorale. Ecco perché gli occhi sono tutti puntati sulla sentenza della Corte Costituzionale. In attesa della quale tutto anche a Palazzo Madama sembra sospeso.

Le motivazioni della Consulta potrebbero infatti dare il via a ridisegnare anche la geometria dei gruppi al Senato, dove la questione numeri è sempre sotto i riflettori. Tra i più attivi in questo senso ci sono i senatori vicini a Gaetano Quagliariello che da mesi ha riallacciato i contatti con gli ex compagni di partito del vecchio Pdl a partire dai Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto.

Le manovre di avvicinamento sono a buon punto e non si esclude che si possa arrivare in tempi brevi ad un’unica compagine con l’arrivo anche di parlamentari ora sparsi in altri gruppi. Il progetto di dar vita ad un nuovo soggetto politico resta tra le priorità di Fitto che in queste settimane sta intensificando gli incontri sul territorio.

La sua Convenzione blu può contare, solo negli ultimi giorni, sull’adesione dei riformisti sardi che alle ultime elezioni hanno toccato quota 10% e dell’ex presidente del Friuli, Renzo Tondo, con la sua pattuglia di consiglieri. Il tour si concluderà con una kermesse a Roma il 28 gennaio che servirà per dare il via libera ufficiale ad una Costituente e con ogni probabilità anche ad un nuovo nome per i Conservatori.

Dopo la sentenza della Consulta si capiranno anche le intenzioni della maggioranza per quanto riguarda la nomina del successore di Anna Finocchiaro alla presidenza della commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, che sarà il ‘cuore’ della trattativa sulla nuova legge elettorale e, di conseguenza, per la sostituzione di Valeria Fedeli ora ministro della Scuola alla vicepresidenza di Palazzo Madama.

Al momento in standby anche la presidenza della commissione Agricoltura attualmente guidata da Roberto Formigoni. Ufficialmente nessuno pone la questione, ma la condanna in primo grado a 6 anni per corruzione nella sanità lombarda dell’ex governatore della Lombardia comincia a creare qualche imbarazzo al Senato.

(di Yasmine Inangiray/ANSA)