Con il gelo e il maltempo al Sud cala la produzione di ortaggi

ROMA. – Il gelo e il maltempo al Sud tagliano del 25% la produzione di ortaggi e lasciano il segno nei banchi al mercato dove, in un anno, volano i prezzi di bietole (+350%), cipollotti (+233%), spinaci (+225%), lattuga (+170%), zucche (+157%) e cavoli (+150%), secondo quanto rilevato dal Centro Agroalimentare di Roma (Car). Se la frutta e gli agrumi non mancano, almeno un quarto delle verdure invernali dalla Puglia alla Sicilia sono assenti.

Ieri, addirittura, il Centro Agroalimentare di Roma (Car) ha registrato zero forniture di ortaggi dall’Abruzzo e dal Metaponto per raccolti “bruciati” o intere linee di produzione saltate. Tuttavia, assicura il direttore generale del Car Fabio Massimo Pallottini, “il prodotto c’è, benché meno del solito e a prezzi più alti. La penuria di volumi e i rincari non riguardano la frutta ma ortaggi e verdure. Ma non ci risultano speculazioni. Anzi, al Car giocano tutti in dumping per non perdere clienti tra i dettaglianti”.

Tuttavia, Codacons ha presentato un esposto per richiedere una verifica di eventuali rialzi ingiustificati. Un produttore agricolo, spiega Mariano Di Vito dal Mercato Ortofrutticolo di Fondi (Mof), “in una notte di gelo spende anche 3mila euro di nafta per riscaldare le serre. Gli operai in Sicilia stanno raccogliendo un 40% in meno di pomodori, mentre le zucchine nella piana pontine fruttano pochi colli, la metà rispetto agli standard. Dalla gelata si salva l’insalata in serra ma la crescita è rallentata.

In questo quadro di offerta decimata, davanti all’offerta all’ingrosso dei ciliegioli a 3 euro al Kg non si può proprio parlare di speculazione ma di autotutela dell’impresa agricola”. C’è tanta attenzione sui listini dell’ortofrutta, lamentano gli operatori del centro di Guidonia Montecelio, ma in media 1 kg di frutta di stagione costa sempre la metà di un pacchetto di sigarette.

Il buon senso è la migliore risposta alle gelate, dicono gli operatori dei centro agroalimentari e degli agromercati. “Non è la prima e non sarà l’ultima gelata a cui dobbiamo far fronte – ha detto Lino D’Olimpio, il decano del centinaio di grossisti attivi al Car – e sappiamo farvi fronte perché è uno dei rischi d’impresa nel nostro mestiere. Se per un produttore agricolo può essere un dramma, noi siamo costretti a un repentino cambio dei fornitori abituali”.

I consumatori, ricorda il top manager del Car Pallottini, “possono orientarsi con i prezzi all’ingrosso pubblicati sul sito del Centro Agroalimentare di Roma. Cambiano anche le scelte d’acquisto: è il momento dei ‘brutti ma buoni’. L’imbruttimento estetico di ortaggi pur buoni e salubri assicura risparmi al mercato: ciò che che prima veniva scartato, ora si vende perché hanno prezzi autocalmierati. E poi c’è il principio della sostituzione, se i broccoli costano molto, comprate per il minestrone i più economici cavolo-verza, carote e rape. Non ci sono i fagiolini? Anche i piselli e i radicchi contengono sali minerali, vitamine, antiossidanti, fitosteroli, acido folico”.

(di Alessandra Moneti/ANSA)