Stampa estera, aiutateci a raccontare il mito del Made in Italy

Gaetano Mura e Italia, velista e barca impegnati nel tentativo di record sul giro del mondo in solitario --------------------------------------------------------------------------
Gaetano Mura e Italia, velista e barca impegnati nel tentativo di record sul giro del mondo in solitario
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ROMA. – La stampa internazionale ha fame di made in Italy, ma le storie di successo italiane spesso rimangono confinate nelle pagine dei giornali locali. Una comunicazione troppo incentrata sull’Italia, ingessata in riti istituzionali e poco attenta alle necessità dei corrispondenti blocca sul nascere la possibilità di pubblicare all’estero più notizie su temi come la moda, il design, la cultura, l’economia e l’enogastronomia.

E’ quanto emerge da un sondaggio a cui hanno partecipato oltre 80 giornalisti soci dell’Associazione stampa estera, illustrato a Roma in occasione della presentazione dell’Annuario 2017 ‘Raccontiamo il mito Italia al mondo’. I principali problemi riscontrati dai giornalisti riguardano le difficoltà di dare ai temi una dimensione internazionale (per il 43,9%), di avere un contatto diretto con gli esperti (per il 34,1%) o con i politici (per il 24,4%) e la mancanza di dati e di informazioni (per il 23,2%).

Eppure i 5.250 corrispondenti dell’Associazione stampa estera che, negli ultimi 104 anni, hanno raccontato l’Italia al mondo “hanno aiutato a creare il Mito Italia”, rivendica il presidente dell’associazione Stampa estera, Tobias Piller.

La giornata, nel corso della quale sono intervenuti tra gli altri il presidente di Alitalia, Luca di Montezemolo, il presidente di Tod’s Group, Diego Della Valle, e il sottosegretario per il Commercio Estero, Ivan Scalfarotto, è stata anche occasione per mostrare modelli di comunicazione di successo.

A partire dalla storia del gruppo Carpigiani, produttore di macchine per gelatai, che ha creato una Gelato World Tour, con concorsi in vari città del Mondo, che è stato raccontato dalla stampa dei diversi paesi. “Un’azienda media come Carpigiani non si sarebbe potuta permettere delle campagne di pubblicità per raggiungere tutti quelli interessati”, ha spiegato l’amministratore delegato Andrea Cocchi, sottolineando l’importanza di comparire sulle testate internazionali.

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