Fmi taglia le stime di crescita dell’Italia, unico paese fra i big d’Europa

Gentiloni e Padoan. (Foto Roberto Monaldo / LaPresse14-12-2016)
Gentiloni e Padoan. (Foto Roberto Monaldo / LaPresse14-12-2016)

NEW YORK. – Il Fmi taglia le stime di crescita dell’Italia, l’unico paese fra i big europei a essere rivisto al ribasso per il 2017 e il 2018 e fanalino di coda del G7. Dopo un +0,9% del pil nel 2016, la crescita quest’anno rallenta allo 0,7%, 0,2 punti in meno rispetto alle previsioni di ottobre. Nel 2018 è attesa una lieve accelerazione a +0,8%, ovvero 0,3 punti in meno sulle attese.

La revisione al ribasso ‘stupisce’ il ministro delle Economia Pier Carlo Padoan, secondo il quale “le ragioni addotte per una crescita più bassa sono più incertezza politica, difficile da argomentare dopo il referendum e con un governo di continuità con il precedente, e problemi con le banche”.

Su quest’ultimo fronte, Padoan spiega come “sono state prese misure per fronteggiare” alcune situazioni bancarie “che non sono preoccupanti”.

La replica del ministro fa seguito alle parole usate dal Fmi e dal capo economista del Fondo, Maurice Obstfled, che lodando le “riforme strutturali molto importanti e positive” dell’ex premier Matteo Renzi, hanno osservato che “resta da fare”. L’Italia “può fare di più” anche “sulle banche”, dove “c’è spazio per agire”.

La frenata dell’Italia arriva in un contesto di rafforzamento dell’economia globale, con il pil mondiale atteso a +3,4% nel 2017 e a +3,6% nel 2018 dopo il +3,1% nel 2016. Un’accelerazione legata ai progressi nelle economie avanzate, con l’Area Euro che cresce quest’anno di 0,1 punti percentuali in più rispetto alle attese di ottobre, a +1,6%.

A spingere l’Europa è la Germania che, con gli Stati Uniti, “opera quasi a pieno regime”. Lasciando invariato il pil francese a +1,3% nel 2017 e +1,6% nel 2018, il Fmi ritocca al rialzo la crescita tedesca di 0,1 punti percentuali quest’anno e il prossimo a +1,5%.

Resiste alla Brexit la Gran Bretagna, per la quale è rivista al rialzo la crescita 2017 a +1,5%. Sul caso inglese, però, il Fondo invita alla cautela: “continuiamo a prevedere un rallentamento della Gran Bretagna”. E aggiunge: “la sterlina può calare ancora”, dopo il tonfo della seduta odierna ai minimi dal 1985 in attesa del discorso del primo ministro Theresa May.

La Brexit ancora non definita è “il fitto calendario di elezioni nazionali” potrebbero avere “ripercussioni economiche avverse, nel breve e nel lungo termine” afferma il Fmi nell’aggiornamento del World Economic Outlook.

Motori della crescita mondiale sono la Cina, per la quale è stimato un pil del +6,5% quest’anno anche se l’invito a Pechino è quello di gestire l’elevato debito, e soprattutto gli Stati Uniti. L’effetto Trump spinge il Fmi a rivedere al rialzo le stime per quest’anno e il prossimo sulla scia delle attese di un piano di investimenti da parte della nuova amministrazione. Il pil dell’Azienda America è stimato accelerare al +2,3% nel 2017 e al +2,5% nel 2018. La “politica di bilancio americana è prevista diventare più espansiva, con una più forte domanda che implica più pressioni inflazionistiche e meno graduale normalizzazione della politica monetaria” spiega il Fmi.

L’invito, anche in questo caso, è alla cautela: sulle politiche di Donald Trump c’è ancora incertezza e, anche se potrebbero accelerare la crescita mondiale, potrebbero anche metterla a rischio se fossero orientate verso un maggiore protezionismo. Da qui l’esortazione a non lasciarsi tentare dal protezionismo e a spingere su una crescita sostenibile che si anche inclusiva.