Fca: Berlino alza il tiro e l’Ue richiede al più presto risposte convincenti

BRUXELLES. – Bruxelles interviene nella ‘guerra’ tra Roma e Berlino sulle presunte violazioni delle emissioni, e nel suo ruolo di mediatore sollecita l’Italia a presentare “al più presto risposte convincenti”. “Il tempo sta finendo” avverte la portavoce della Commissione Ue per l’Industria Lucia Caudet, perché l’obiettivo è “chiudere” a stretto giro. E se l’Italia omettesse di rispondere, spiegano fonti europee, c’è anche il rischio di una procedura di infrazione.

Ma dal Ministero dei Trasporti ribattono: “l’Italia ha sempre puntualmente risposto alle richieste della Commissione Ue” e sulla base “dei test sulle emissioni sui veicoli Fca, compresa la Fiat 500X” è tutto “conforme”. Per questo il ministro Delrio chiede chiarimenti all’Ue.

La specifica del modello 500X è dovuta al fatto che dopo il botta e risposta di ieri, oggi il portavoce del ministro tedesco Alexander Dobrindt ha alzato ulteriormente il tiro, chiedendo all’Ue di garantire il richiamo di 3 modelli Fca: Fiat 500X, Doblò e Jeep-Renegade. Su questo punto però Bruxelles non può intervenire: secondo la legge Ue infatti, solo lo Stato che ha approvato il modello può attivare il richiamo.

Dopo la rivelazione delle manipolazioni Vw, nel 2015, il ministro Dobrindt ha istituito una commissione d’inchiesta, che ha lavorato fino a maggio, alla quale sono stati sottoposti moltissimi veicoli. Fra questi anche diversi di Fca. E la risposta dei periti, senza dubbi, è che su questi veicoli è stato utilizzato un meccanismo illegale di spegnimento”, è la tesi tedesca.

“Non ci sono dispositivi illeciti dimostrati”, risponde Delrio. “Sono le Autorità di omologazione di ogni Stato che decidono se un dispositivo è lecito o no” e, se questa è la regola adottata per il caso Volkswagen, deve essere “rispettata” sempre. “Non abbiamo niente da nascondere, per questo i dati sono a disposizione della Commissione Europea”, ha sottolineato ancora il ministro dei Trasporti, che in una missiva ha chiesto chiarimenti alla Commissaria europea all’Industria e al Mercato Elzbieta Bienkowska e, riferendosi a Berlino, ha sottolineto come “non si danno ordini ad un paese sovrano come l’Italia”.

Sulle emissioni auto “non accettiamo lezioni: rigore e trasparenza a partire dal caso Volkswagen”, gli ha fatto eco il collega dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. Mentre il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda su Twitter a chi domanda perché tanta energia nel difendere Fca dice: “dà lavoro a circa 70.000 persone in Italia. Una ragione più che sufficiente”.

Ue e Germania rimarcano però la mancanza di collaborazione dell’Italia. “Quando dopo più mesi non ci sono reazioni, né alle nostre domande né a quelle dell’Ue, questo non rende certo felici”, afferma il portavoce del ministero dei Trasporti tedesco, che evidenzia: “La seduta successiva della mediazione era prevista per fine gennaio, inizi febbraio, ma dal lato italiano è stata disdetta”.

“La Commissione europea sta cercando di organizzare un incontro con le parti per inizio febbraio, ma è un’impresa difficile”, sottolineano fonti Ue. Secondo una nota del Mit invece l’Italia sta “lealmente collaborando per gli incontri alla commissione di mediazione Ue su Fiat 500X. Non è stato disdetto alcun appuntamento”.

Occasione per un chiarimento bilaterale potrebbe essere il forum Italia-Germania, di mercoledì a Berlino, con la cancelliera Angela Merkel e il premier Paolo Gentiloni. Sulla scia dello scontro con la Germania e l’indagine dell’Agenzia per la Protezione ambientale Usa, l’ex Lingotto ha chiuso pesante a Piazza Affari, con le azioni Fca a -4,19%, e la holding Exor a -4,9%. Mentre l’agenzia canadese Dbrs ha messo il rating della casa automobilistica sotto osservazione, per ‘developing implication’.

(di Patrizia Antonini/ANSA)