Trump pronto a giurare, ma è il presidente meno popolare

WASHINGTON. – Il presidente meno popolare, almeno degli ultimi 40 anni: è con questo primato negativo di un sondaggio targato Washington Post/Abc che Donald Trump si prepara a giurare venerdì a mezzogiorno sulla stessa Bibbia usata 156 anni fa dal primo presidente repubblicano, Abraham Lincoln, in quella che si preannuncia come la cerimonia inaugurale più breve (90 minuti), più costosa (200 milioni di dollari) e più contestata della storia, con una vera e propria ondata di proteste.

Sondaggi “truccati” come quelli sul voto, ha subito twittato il tycoon, che appena entrerà alla Casa Bianca troverà un piano del Pentagono per accelerare la lotta all’Isis in Siria, anche con l’invio di ulteriori truppe da combattimento per rafforzare l’offensiva verso Raqqa.

Intanto il leader del Cremlino Vladimir Putin è corso in suo aiuto accusando l’amministrazione Obama di tentare di minare la legittimità della sua elezione con proteste in stile Maidan e fake news commissionate da persone “che sono peggio delle prostitute”. La rilevazione inchioda Trump al 40% di impressioni favorevoli, ben al di sotto del rating ottenuto prima dell’insediamento da Barack Obama (79%), Bill Clinton (68%), George W. Bush (62%) e Ronald Reagan (58%).

Lo stesso sondaggio mette in evidenza come la maggioranza degli americani, nonostante l’impopolarità del neo presidente, nutra ottimismo su come Trump riuscirà a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale sul fronte del rafforzamento della ripresa economica e su quello della lotta al terrorismo.

Ma a pesare sul basso rating, oltre ai giudizi negativi su come il tycoon ha pensato di risolvere i conflitti di interesse e sulla mancata diffusione della dichiarazione dei redditi, è la sua risposta agli hackeraggi russi durante le elezioni, bocciata dalla maggioranza degli americani, che appaiono divisi su come affrontare i rapporti con Mosca.

Insomma, desta sospetto la reciproca simpatia fra Trump e Putin, che ancora una volta ha tentato di offrire una sponda al futuro presidente con cui auspica di “normalizzare” i rapporti bilaterali. Il presidente russo ha accusato l’amministrazione Obama di voler delegittimare in vari modi Trump nonostante la sua vittoria “convincente”.

Ad esempio con le proteste di piazza: “Mi pare che loro, avendo fatto pratica a Kiev, siano pronti a organizzare un Maidan a Washington soltanto per impedire a Trump di entrare in carica”, ha affermato riferendosi all’ultima rivolta ucraina. Oppure con le mosse last minute del presidente uscente, a partire dalle sanzioni anti russe, per “legare mani e piedi” a Trump e ostacolare “la realizzazione delle proposte da lui fatte in campagna elettorale al popolo americano sia all’interno del paese sia a livello internazionale”. O, ancora, con fake news come il presunto dossier russo sugli incontri di Trump con prostitute a Mosca nel 2013 durante il suo concorso di Miss Universo, allegato dall’intelligence Usa al rapporto sugli hacheraggi.

“E’ difficile immaginare che Trump appena arrivato sia corso in hotel a incontrare prostitute moscovite”, ha osservato Putin, ricordando che il tycoon “organizzava da anni concorsi di bellezza ed era in contatto con le più belle donne del mondo”. All’epoca inoltre, ha aggiunto, “non sapevamo delle sue ambizioni politiche”, era uno dei tanti milionari americani: “Qualcuno pensa che i servizi segreti vadano dietro a tutti i milionari americani? Naturalmente no, è una totale sciocchezza”, ha assicurato l’ex capo dell’Fsb, facendo finta di ignorare che in realtà Trump covava sogni presidenziali da molti anni.

Infine l’affondo, quando ha definito “peggio delle prostitute” le persone che commissionano notizie false su Trump e che le fabbricano e le usano nella lotta politica. Abbiamo costantemente a che fare con queste persone, ha sottolineato, “ma il fatto che tali metodi vengano usati contro il presidente eletto Usa è sicuramente un fatto unico. Una cosa simile non si era mai vista”.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)