Marche strette tra neve e sisma, frazioni isolate

Ripatransone (AP)
Ripatransone (AP)

ANCONA. – Decine e decine di frazioni isolate dalla neve, che in alcuni punti raggiunge quasi due metri, con anziani e malati che non si possono muovere. Ancora 20.000 utenze senza energia elettrica e strade che i mezzi a disposizione non riescono a liberare. E’ la situazione in cui si trovano le Marche strette nella morsa del gelo e del sisma, che oggi è tornato a farsi sentire con scosse violentissime.

Un “combinato catastrofico”, sintetizza il presidente della Regione Luca Ceriscioli, che lancia un appello alle regioni del Nord, non assillate da una simile emergenza e che possono aiutare con le loro “competenze e i loro mezzi”, perché la neve “è molto alta, i posti da liberare sono tantissimi”. Servono spartineve, pale gommate, mezzi pesanti.

La Protezione civile ha lanciato anche un allarme valanghe: diverse le slavine che si sono già registrate, a Sassotetto, Colli del Tronto, Arquata e in altre località montane. Una ha bloccato due operai, di cui uno cardiopatico, che stavano rimuovendo la neve con uno scavatore. Entrambi sono stati portati in salvo.

E cresce il pressing dei sindaci che chiedono l’intervento dell’Esercito. “Abbiamo bisogno che ci vengano ad aiutare, io da solo non ce la faccio. Ci sono centinaia di persone isolate e senza elettricità nelle frazioni. Sulle strade ci sono muri di neve e questa situazione va avanti da 48 ore: non ho più mezzi e siamo stremati”. Così il sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli.

E’ infuriato quello di Camerino Gianluca Pasqui, che lancia accuse pesanti: “Siamo completamente abbandonati a noi stessi. Ho chiesto e sollecitato con una lettera alla Soi di Macerata e al Dicomac l’intervento dell’Esercito, ma non ho ottenuto risposta. Questa mattina ho chiesto al Comando provinciale dei vigili del fuoco di informarmi sulle operazioni messe in atto dopo le scosse del terremoto e non solo non ho avuto risposta ma ho dovuto chiamare i carabinieri perché la lettera venisse presa in consegna”.

Non ce la fanno proprio più i sindaci: “un’altra mazzata”, commenta il sindaco di Arquata Aleandro Petrucci: “ogni scossa cade qualcosa, ormai il paese è ridotto a un cumulo di macerie”. Adesso, con la ripresa dell’attività sismica, i sindaci devono anche far fronte a una nuova ondata di persone che, per paura, non vogliono trascorrere la notte in casa.

L’Hub di Porto Sant’Elpidio (Fermo), che ha gestito l’accoglienza di alcune centinaia di sfollati dopo i terremoti di agosto e ottobre, lavora a pieno ritmo: “Dobbiamo trovare disponibilità di alloggi per l’eventuale richiesta e stiamo organizzando l’accoglienza – spiega Lorenzo Alessandrini della Protezione Civile – rastrellando posti letto”. Il sindaco di San Severino Marche (Macerata) Rosa Piermattei ha deciso di riaprire il centro di accoglienza nella vecchia palestra dell’Istituto comprensivo ‘Padre Tacchi Venturi’.

A Tolentino (Macerata) è stato riaperto il punto di prima accoglienza all’interno dello Spazio ‘815. A disposizione anche l’area Camper di zona Sticchi. Il sindaco di Camerino, invece, è orientato a non riaprire i centri d’accoglienza, valuterà le richieste e cercherà di ospitare le persone nei container della Protezione civile. A Fabriano, il PalaGuerrieri sarà aperto dalle 21 per fornire un luogo riscaldato a chi avesse paura di rientrare a casa.

Pesanti anche i problemi di viabilità, i particolare sulla Salaria. Chiuso al transito il valico di Colfiorito.

(di Anna Maria Danese/ANSA)