Hotel Rigopiano: l’angoscia dei 40 familiari a Penne

Foto Hotel Rigopiano: l’angoscia dei 40 familiari a Penne (ANSA)

PENNE (PESCARA). – Un’intera ala del piccolo ospedale di Penne è occupata dalla quarantina di parenti che, a partire da ieri sera, e poi questa mattina, hanno raggiunto la città con la speranza di riabbracciare i propri cari e con la paura di essere costretti a non rivederli più in vita. Sono i familiari delle 35 persone che, secondo le prime stime, si trovavano nell’Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), spazzato via in un attimo da una slavina.

Per la gran parte sono abruzzesi, perché in questo periodo dell’anno i clienti dell’hotel sono soprattutto persone e famiglie della zona. Tra i clienti c’erano anche persone delle Marche, dell’Umbria e di altre regioni. I loro parenti hanno dovuto affrontare viaggi lunghi e difficili, a causa della neve.

Fuori, Penne, il comune in Provincia di Pescara dove è stato allestito il centro di coordinamento dei soccorsi, è imbiancata, come sospesa. All’interno dell’ospedale i volti dell’ attesa hanno tutti la stessa espressione: uomini e donne, giovani e anziani, non fa differenza. Negli occhi ore e ore di attesa e di paura, ma anche dignità e grande contegno.

Un ragazzo, quando è già buio, esce fuori dalla porta e risponde ad una chiamata sul suo cellulare. Si scioglie in un pianto liberatorio e dice: “Speriamo, speriamo”. Una donna parla a stento e si raccomanda di non dare notizie sbagliate. La speranza. Quel filo che unisce tutti i presenti, che li lega indissolubilmente tra loro e che li rende un corpo unico e solidale con tutte le sue parti.

Lungo i corridoi e nelle varie sale ci sono una quindicina di psicologhe di varie associazioni, che con volti dolci e pazienti conversano di tanto con qualcuno. “Cerchiamo di stare vicini a queste persone in momenti terribili e difficili – spiega una delle volontarie – in questo momento non c’è altro da fare che attendere e stare loro vicini. Li aiuta molto anche il fatto di essere in connessione tra loro – prosegue la psicologa – non è una situazione facile e c’è bisogno di sostegno”.

Intorno ai familiari un cordone di ‘sicurezza’ molto rigido per tutelare il dolore. E mentre le ore passano cominciano ad affiorare le storie di famiglie, come quella di uno dei due in salvo, Giampiero Parete, che, sotto quella massa di neve immensa ha due figli e la moglie, poi una coppia di Castel Frentano (Chieti), Luciano Caporale, 54 anni, e la moglie, Silvana Angelucci, 46 anni, entrambi di professione parrucchieri, giunta in hotel domenica pomeriggio per ripartire martedì sera.

Emanuele Bonifazi, 31 anni, di Pioraco, dipendente dell’hotel, e Marco Tanda, 25 anni, residente a Macerata. Era con la fidanzata abruzzese Jessica Tinari, anche lei dispersa. Domenico Di Michelangelo, 41 anni, di Chieti, poliziotto in servizio a Osimo, la moglie Marina Serraiocco, 37, di Popoli (Pescara), e del loro bambino di 7 anni. Alessandro Riccetti, ternano di 33 anni. Marco Vagnarelli e Paola Tomassini di Castignano in provincia di Ascoli Piceno.

(di Stefano Buda/ANSA)