Neve, blackout, sisma: l’Abruzzo paga un triste tributo

Spoltore (Pescara) neve 16 gennaio 2017

PESCARA. – Una lunga, triste, angosciante settimana quella che le calamità naturali hanno portato in Abruzzo. Pesante il tributo pagato dalla regione con 9 morti. Sul territorio sono caduti quasi 20 milioni di tonnellate di neve in pochi giorni. Oltre 300mila persone sono rimaste al freddo, al buio e senz’acqua a causa di lunghi blackout e, solo due giorni fa, quattro scosse di terremoto di magnitudo superiore a 5.0 hanno messo a dura prova i nervi di una popolazione già fiaccata.

Senza contare la tragedia dell’hotel Rigopiano, investito da una valanga a Farindola (Pescara) il 18 gennaio; tanti i superstiti, un vero miracolo, due le vittime accertate, ma mancano ancora all’appello una ventina di persone, mentre le ricerche proseguono sotto una bufera di neve.

La mesta sequenza inizia il 14 gennaio: il 55enne Nicola Naccarella, titolare di un bar a Guardiagrele (Chieti), viene trovato senza vita sotto un cumulo di neve lungo la strada che aveva percorso per raggiungere la sua rimessa agricola a circa un km da casa. Alla vigilia dell’Epifania era uscito, durante una fitta nevicata, dicendo alla moglie che andava a controllare gli animali. Poi non aveva più dato notizie. Pare che a ucciderlo sia stato un malore fulminante in un tratto in salita.

Lunedì 16 il 67enne Roberto Zecca, architetto e appassionato di barche, muore dopo essere caduto nelle acque gelide del porticciolo turistico di Giulianova (Teramo) dove era andato per rinforzare gli ormeggi del suo natante. Quando gli uomini della Guardia costiera lo hanno ripescato era in gravissimo stato di ipotermia. E’ morto durante il trasporto in ospedale.

Mercoledì 18 a Castel Castagna (Teramo) è stato recuperato il cadavere di Nino Di Nicola, 83 anni, sepolto nel crollo della sua stalla, non si sa se dovuto al peso della neve sul tetto o alle scosse di terremoto della mattinata. Ieri due anziani coniugi di Brittoli (Pescara) sono morti per intossicazione da monossido di carbonio. Il paese è senza elettricità da due giorni e i due avevano acceso un generatore per scaldarsi mentre dormivano, senza rendersi conto delle esalazioni.

Il giorno prima avevano corso lo stesso rischio, per le esalazioni di una stufa, ma sono state raggiunte in tempo, due persone a Villa Celiera (Pescara) dove la coltre bianca ha raggiunto i tre metri.

E’ stato trovato oggi senza vita a Ortolano, frazione del Comune di Campotosto (L’Aquila), il 73enne Enrico De Dominicis, pensionato dell’Enel, travolto da una slavina che si è staccata dal Monte Corno in seguito alle scosse di mercoledì scorso. Viveva in una casa nel centro del borgo, a mille metri, insieme al fratello che si è miracolosamente salvato. Nel piccolo centro ieri in elicottero sono stati tratti in salvo 21 abitanti.

Nel comune montano di Crognaleto (Teramo), da giorni sotto metri di neve e senza energia elettrica, sono stati trovati morti oggi padre e figlio dispersi da ieri, quando erano usciti di casa per andare a comprare qualcosa da mangiare. Lasciata la macchina avevano continuato a piedi. I corpi di Mattia e Claudio Marinelli, 23 e 50 anni, sono stati trovati in una scarpata piena di neve e ghiaccio.

E a Rocca Santa Maria (Teramo) i Carabinieri, mentre cercavano di portare aiuti a famiglie rimaste isolate per la neve, hanno trovato un 74enne morto in una stalla con il suo cane; non si sa se a ucciderlo sia stata l’ipotermia o un avvelenamento da monossido di carbonio. Nella stalla c’era un generatore di corrente.