Terremoto: il Governo si muove, subito 30 milioni per l’emergenza

ROMA. – Subito 30 milioni di euro per l’emergenza degli ultimi giorni. Ci sarà successivamente un nuovo stanziamento, nell’ordine di “alcuni miliardi”, per la ricostruzione nelle aree del Centro colpite dal sisma fin dallo scorso 24 agosto. La decisione è stata presa dal Consiglio di ministri. “Oggi abbiamo fatto l’urgentissimo” con lo stanziamento di 30 milioni per “le richieste pervenute in questi due giorni, soprattutto per la pulizia delle strade. E’ chiaro che servirà ben altro. Quattro miliardi sono stati già stanziati: serviranno altri miliardi per l’emergenza e la ricostruzione” dice il premier Paolo Gentiloni al Tg1.

“Sono convinto che l’Europa capirà l’eccezionalità della situazione” a proposito dello scomputo delle spese per il terremoto dal Patto di stabilità. “L’Europa – ha ricordato Gentiloni – consente in circostanze eccezionali di avere un atteggiamento flessibile. Più eccezionale di così è difficile pensarlo: quando hai una nevicata che è stata la più intensa degli ultimi 45 anni in quelle Regioni, e al culmine di quella nevicata hai quelle scosse di terremoto”.

E intanto non si fermano le polemiche sull’efficienza dei soccorsi. Cui risponde la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi: “grazie alle donne e agli uomini che lavorano da ore per salvare vite #iostoconlaprotezionecivile”, rilanciando un hashtag ‘twittato’ oggi anche dal ministro Graziano Delrio.

30 MILIONI EURO PER EMERGENZA – Nel corso della riunione a Palazzo Chigi è arrivata la notizia del ritrovamento di alcune persone vive sotto le macerie dell’Hotel Rigopiano travolto da una valanga. Sollievo dei ministri che hanno esteso gli effetti della dichiarazione dello stato di emergenza adottata lo scorso 25 agosto 2016 per Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria ed autorizzato un primo, ulteriore stanziamento di 30 milioni, destinato a far fronte esclusivamente ai primi urgenti interventi di soccorso. “Tutte le richieste delle Regioni saranno esaudite”, ha assicurato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro. Non è stato esteso il ‘cratere’ dei Comuni definito nei mesi scorsi.

NUOVI FONDI PER RICOSTRUZIONE – Discusso poi un nuovo stanziamento a favore dei territori colpiti dalle scosse di questi mesi. Nella legge di bilancio sono già stati assegnati sei miliardi, inclusi gli incentivi fiscali ai privati, per la ricostruzione e la messa in sicurezza del territorio e degli edifici pubblici. Ma, secondo quanto emerso in Cdm, dovrebbero adesso aggiungersi ancora risorse per “alcuni miliardi”. Dunque in queste ore sono al vaglio degli uffici del Mef, in raccordo con gli altri ministeri e con Palazzo Chigi, le modalità e l’entità dell’intervento che potrebbe essere calcolato al di fuori del patto di stabilità e dunque non impattare sull’equilibrio dei conti.

ANCORA POLEMICHE SU SOCCORSI – Anche oggi infuriano le polemiche sulla gestione dell’emergenza. “Non è ammissibile – si legge sul blog di Beppe Grillo – che l’Italia sia stata messa in ginocchio da nevicate che, per quanto straordinarie, erano state ampiamente previste. La sensazione che le istituzioni hanno dato al Paese è di una macchina organizzativa allo sbando.”.

E Luigi Di Maio (M5S) nota che “gli antieroi hanno tempi da Bolt quando si tratta di tirar fuori dalle tasche degli italiani 20 mld per salvare la banca che hanno distrutto e sono insopportabilmente lenti quando si tratta di dare ai terremotati 28 milioni che gli italiani hanno donato con grande solidarietà”.

Secondo il segretario della Lega, Matteo Salvini, “c’è da pregare per le vittime del terremoto, ma questo non deve nascondere che ci sono stati degli errori e che c’è un governo che dorme”. Renato Brunetta (Fi) invita il premier Gentiloni a riferire “in Parlamento, questo è il momento della verità. Verità nel dire quello che è stato fatto, quello che non è stato fatto. Assumendoci tutti la responsabilità. Ma soprattutto è il momento di dire quello che bisogna fare”.

PROTEZIONE CIVILE IN ATTESA LEGGE RIORDINO – Dal Governo si fa quadrato sul sistema dei soccorsi. Non tutto ha funzionato a dovere, è il ragionamento, ci sono state falle, ma va considerata la concomitanza di due eventi eccezionali, come le scosse e le intense nevicate su un territorio già compromesso. E’ comunque in piedi l’idea di fare un check-up alla macchina dell’emergenza, senza tuttavia scardinarne l’architettura che affida il coordinamento alla Protezione civile, in quanto Dipartimento della Presidenza del Consiglio.

La Protezione civile, attuale, tuttavia, non è quella dei tempi di Guido Bertolaso. Una serie di provvedimenti negli anni l’hanno depotenziata, rendendo più difficoltoso il suo ruolo di ‘capofila’ di tutte le amministrazioni coinvolte nella prevenzione, allertamento e risposta alle emergenze: ministeri di Interno e Difesa, Regioni, Comuni, società autostradali, ecc. E non aiuta il fatto che la legge delega per il riordino del Dipartimento, approvata dalla Camera, sia ferma al Senato ormai dal settembre del 2015. Alla struttura guidata da Fabrizio Curcio continuano comunque a lavorare, senza dar peso alle voci, definite “infondate”, di commissariamenti da parte del ministero dell’Interno.

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