Il Real nei paesi arabi, via la croce dallo stemma

ROMA. – Qualcuno l’ha già ribattezzata la croce della discordia. Ad accendere il dibattito, com’era già avvenuto in passato, è stato il simbolo che si trova dal 1920 sulle maglie del Real Madrid, in altre parole da quando re Alfonso XIII pensò di associare la ditta di famiglia a una squadra di calcio, per fare dono della propria corona. Adesso, in barba alla tradizione, il club ‘blanco’ modificherà il disegno del proprio scudo, eliminando la croce che sovrasta la corona del simbolo.

Ma solo per le maglie fuori dall’Europa, tra i tifosi di fede islamica, stando all’iconografia attuale. La decisione è stata presa in seguito a un accordo che prevede una distribuzione di materiale tecnico della squadra in alcuni Paesi mediorientali: a diffondere la notizia AsiaNews, agenzia cattolica di missionari, subito ripresa da Radio Vaticana.

La scelta nasce nel rispetto delle “sensibilità culturali”, ma soprattutto degli affari della squadra spagnola nel bacino del Golfo. Un accordo quinquennale, siglato con Marka, una società di distribuzione con sede negli Emirati Arabi Uniti, infatti, frutterà alle casse del club spagnolo 50 milioni.

Il sodalizio acquisisce così i diritti esclusivi per la produzione, la distribuzione e la vendita dei prodotti a marchio Real Madrid negli Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Qatar, Kuwait, Bahrein e Oman. Khaled al-Mheiri, vicepresidente di Marka, ha precisato che bisogna “essere attenti, poiché nella regione del Golfo esiste una forte sensibilità nei confronti di prodotti che espongono una croce”. Le vendite cominceranno a marzo.

Seppure sollecitato per posta elettronica da media e tifosi, che chiedevano spiegazioni, il Real Madrid, da parte sua, non ha ancora preso posizione. La ‘Casa blanca’, però, non è nuova a questo genere di provvedimenti: una vicenda analoga fece discutere nel 2012, in occasione della costruzione del Real Madrid resort island, negli Emirati Arabi.

Nel 2014 il club spagnolo dispose la rimozione della croce cristiana- Questo scatenò la reazione di soci e tifosi che protestarono contro la decisione unilaterale del presidente Florentino Perez.

In passato anche il Barcellona rinunciò per motivi di ‘opportunità commerciali’ alla croce di San Jordi, sostituendola con una striscetta, nei Paesi musulmani; il Paris Saint-Germain, di proprietà della famiglia reale del Qatar, ha anch’esso cambiato il proprio stemma, in cui non compare più il simbolo della culla del Santo, associato a una dinastia che ha preso parte alle crociate e simbolo della città di Saint-Germain.

In Italia non suscitò poche polemiche la maglia del centenario dell’Inter, nella quale campeggiava la croce rossa di Sant’Ambrogio, utilizzata contro i turchi del Fenerbahce, che chiese la sconfitta a tavolino dei nerazzurri in Champions. Naturalmente, l’Uefa lasciò cadere la cosa.