La bimba di Aleppo scrive a Trump: “Aiuta i bimbi della Siria”

Una immagine fornita dallUNICEF mostra le dure condizioni di vita nelle città siriane distrutte dai combattimenti. ANSA/UNICEF ANSA -------------------------------------------------------------------------
Una immagine fornita dallUNICEF mostra le dure condizioni di vita nelle città siriane distrutte dai combattimenti.
ANSA/UNICEF ANSA
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NEW YORK. – La bambina siriana nota in tutto il mondo il mondo per i suoi tweet da Aleppo ha scritto un lettera aperta al presidente americano Donald Trump chiedendo aiuto in nome di tutti i bambini siriani. “Può salvare i bambini e il popolo della Siria? Deve fare qualcosa per i bambini della Siria perché sono come i suoi figli e anche loro meritano la pace”, ha scritto Bana Alabed, che con la famiglia è fuggita in dicembre dalla Siria e attualmente vive in Turchia.

Trump ha quattro figli, l’ultimo – Barron – di dieci anni, tre anni di più di Bana. Ieri la Casa Bianca ha chiesto ai media di rispettarne la privacy: “I figli dei presidenti hanno il diritto di crescere fuori dalla luce dei riflettori”. Bana, nel suo messaggio diffuso dalla BBC, ha fatto leva sull’amor di padre del nuovo capo della Casa Bianca: “Se mi promette che farà qualcosa per i bambini siriani, sono già sua amica”.

La madre Fatemah ha spiegato che la ragazzina ha scritto la lettera qualche giorno prima dell’insediamento del 20 gennaio perché “ha visto Trump molto spesso in Tv”.

Entrambi utenti di Twitter, sia Bana che Trump sono celebrità del sito di microblogging. L’account della bambina, inizialmente gestito dalla madre, e’ tutto suo dalla fine di dicembre e conta oltre 360 mila seguaci. Nella lettera Bana dice di trovarsi molto bene in Turchia ma che è stata “molto triste di aver lasciato i suoi amichetti ad Aleppo”, alcuni dei quali sono morti sotto le bombe: “Vorrei che fossero con me, vorrei poter giocare con loro. Non potevo giocare ad Aleppo, era la città della morte”.

La posizione di Trump sulla Siria non è ancora chiara, ma nell’agenda del tycoon, oltre al muro con il Messico al centro dell’agenda di oggi, c’è anche il blocco dei visti da sette paesi del Medio Oriente e dell’Africa tra cui quello da cui viene Bana.

(di Alessandra Baldini/ANSA)