M5s in fibrillazione, ma su Roma frondisti in sonno

ROMA. – Il Movimento 5 Stelle blinda Virginia Raggi e poco importa se Grillo le abbia telefonato o meno, se con lei sia furioso o comprensivo per le vicende giudiziarie che la riguardano. La linea di fermezza su Roma non vacilla, anzi: tutte le ultime mosse dei vertici pentastellati tendono a ribadirlo, dalle smentite via blog, dalle punzecchiature alla stampa via social, dalla stretta sulle dichiarazioni imposta ai parlamentari.

La Capitale non può essere abbandonata ora che la partita per la “presa” del governo nazionale entra nel vivo, ora che c’è da combattere la madre di tutte le battaglie per andare al voto. E per la quale scende in campo anche Beppe Grillo con una lettera aperta inviata al Capo dello Stato:

“Presidente, il Paese è arrivato al limite della sopportazione. Questa situazione non può andare avanti a lungo. L’Italia ha bisogno di risposte immediate. O scioglie immediatamente le Camere, o esorta tutte le forze politiche a seguire il M5s nella rotta anche da lei indicata e applicare il Legalicum al Senato”.

E’ questa la posizione ufficiale del Movimento anche se in molti nutrono il dubbio che una corsa al voto possa davvero avvantaggiare i 5 Stelle e che siano davvero pronti ad affrontare le urne. Per questo studiano le mosse di Matteo Renzi per capire fino a che punto l’ex premier sia disposto ad adottare il Legalicum pur di accelerare il voto.

Nel frattempo il leader 5 Stelle si stringe attorno a Virgina, afferma di esserle “vicino in un momento che umanamente capisco essere molto difficile”, e annuncia querele contro chi ha osato sostenere il contrario, come il Corriere della Sera. Spetta invece al deputato Danilo Toninelli il compito di “zittire” La Stampa che ha sostenuto l’esistenza di pressioni della deputata romana Roberta Lombardi per ottenere un’autosospensione della sindaca di Roma. “Ma il tuo è un informatore o uno spacciatore?” provoca Toninelli.

Smentite anche le indiscrezioni filtrate su un eventuale piano B da mettere in campo nel caso si arrivasse ad un necessario passo di lato della sindaca e consistente nell’individuazione con un nuovo voto in rete di un vicesindaco espressione del M5s al posto dell’attuale Luca Bergamo, molto apprezzato dal Movimento ma non espressione di esso.

“Pura fantascienza” assicura uno dei due ‘tutor’ del Campidoglio Alfonso Bonafede. Il piano, pur giudicato “di buon senso” dalla corrente di parlamentari “lombardiani”, non viene sostenuto pubblicamente. I “frondisti” sono apparentemente in sonno sicuri che “il tempo è galantuomo” e che le loro ragioni prima o poi trionferanno.

“Siamo fiduciosi delle scelte del garante e questa è una posizione di completa ortodossia” fanno notare. La fibrillazione che agita il Movimento dopo gli ultimi ‘diktat’ dei vertici, tuttavia, esplode alla base. Lasciano il Movimento tre consiglieri genovesi in aperta polemica con Grillo e Casaleggio: “Non siamo cambiati noi, è il movimento ad essere cambiato”.

Anche il sindaco di Quarto espulsa dal Movimento e critica per il diverso peso dato alle sue vicende rispetto a quelle di Roma avverte: “Il Movimento di oggi è lontano dalla base. Il pensiero unico è preferito sulla Rete, nessun dissenso è consentito”. Anche Pizzarotti si toglie i suoi sassolini dalle scarpe: “La base del M5S si è completamente sfaldata” dice. E a Roma il sindaco di Parma prende contatti con parlamentari fuoriusciti dal M5s della prima ora.

(Di Francesca Chiri/ANSA)

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