Il vicepresidente Pence benedice la marcia anti-aborto

Una manifestazione pro-aborto davanti alla Corte Suprema a Washington. Archivio. (ANSA)

WASHINGTON. – Si rafforza il fronte anti abortista in America, dove l’annuale “marcia per la vita” la 44/ma, ha ricevuto la benedizione via twitter di Donald Trump e registrato l’intervento appassionato del suo vice Mike Pence, il primo di un esponente della Casa Bianca.

Nessuna amministrazione aveva osato tanto: Ronald Reagan si era limitato ad un video nel 1988, George W. Bush ad una capatina tra i manifestanti. Ma ora il vento è cambiato, paradossalmente proprio quando il fenomeno ha toccato il suo record più basso: meno di un milione di aborti nel 2013, per la prima volta dal 1975.

Appena insediatosi, Trump ha bloccato i fondi federali alle ong internazionali che si occupano di aborto e ha promesso di nominare la prossima settimana alla Corte suprema un giudice ‘pro life’. Una mossa che consentirà ai repubblicani di controllare tutti i tre poteri dello Stato.

“La lotta all’aborto ha raggiunto una svolta storica”, ha sottolineato Pence tra gli applausi e le ovazioni di decine di migliaia di manifestanti radunati al Mall, sotto il Washington Monument. “In America la vita torna a vincere”, ha aggiunto riferendosi all’elezione di una maggioranza pro life al Congresso. “E’ il miglior giorno che ho visto per la Marcia della Vita”, ha proseguito il vice presidente, accompagnato dalla moglie e dalla figlia.

Pence, che come governatore dell’Indiana aveva firmato alcune delle leggi più restrittive sull’aborto, si è anche impegnato a lavorare col Congresso per togliere i finanziamenti all’organizzazione Planned Parenthood, i cui centri praticano l’interruzione di gravidanza. Parole e promesse condivise anche da Kellyanne Conway, una dei più stretti consiglieri di Trump.

Insomma, una retromarcia su tutti i fronti, che galvanizza i settori più tradizionalisti e conservatori della società americana. I manifestanti hanno marciato per circa 2 km lungo il Mall sino alla Corte Suprema per protestare contro la sua sentenza del 1973 (Roe v. Wadeche) che ha legalizzato l’interruzione di gravidanza e che ora, con la nuova nomina di Trump, potrebbe essere ribaltata.

Ma il loro numero era sicuramente inferiore a quello della recente Marcia delle donne contro il neo presidente, come ha constatato l’ANSA sul posto. Non è esclusa però una ennesima guerra delle cifre.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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