Iran, programma di difesa non sia pretesto per tensioni

Il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif.
Il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif.
Il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif,

TEHERAN. – Un nuovo fronte di scontro si affaccia nei rapporti tra Stati Uniti e Iran, mentre Mosca appoggia Teheran e punta a consolidare i rapporti. La contesa è partita con la richiesta della Casa Bianca di convocare con urgenza il Consiglio di Sicurezza dell’Onu sul test di un missile balistico di medio raggio effettuato dall’Iran. Un test, a detta del portavoce della Casa Bianca Sean Spicer, di cui non si conosce ”l’esatta natura”.

La risposta dell’Iran, pur senza alcun riferimento preciso al test e al tipo di missile, è arrivata per voce del ministro degli Esteri, Mohammad Javad Zarif, dal palco della conferenza stampa con il suo omologo francese, Jean-Marc Ayrault, in visita ufficiale in Iran.

“Ci auguriamo che il nostro programma di difesa non venga utilizzato come pretesto per nuove tensioni”, ha detto il ministro. E, con tono ancora più deciso, Zarif ha rimarcato che “l’Iran non aspetta il permesso di altri per andare avanti con il suo programma di difesa”, sottolineando che “l’Iran non ha avviato nessuna guerra nel corso degli ultimi 250 anni”.

E mentre Israele, con il ministro dell’Intelligence Israel Katz, chiede nuove sanzioni, a prendere subito le difese di Teheran arriva Mosca con il vice ministro degli Esteri, Serghiei Riabkov, secondo il quale l’Iran può testare legittimamente missili balistici perché la risoluzione Onu 2231 seguita all’accordo sul nucleare contiene “solo ed esclusivamente una richiesta all’Iran di astenersi dai lanci di missili con l’uso di tecnologie che permettono di usare il vettore per trasportare una testata nucleare”.

Per Riabkov, inoltre, “la richiesta non equivale a un divieto”. Quindi, per il numero due della diplomazia russa, la convocazione straordinaria del Consiglio di sicurezza dell’Onu non è altro che un tentativo di “scaldare la situazione per usarla a scopi politici”.

Continua dunque a rafforzarsi il feeling tra Russia e Iran, certamente favorito dal nuovo quadro internazionale, a cominciare dalla crisi in Siria. Il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, in un messaggio aveva definito l’Iran “un vicino di casa gentile e un vecchio partner per la Russia”. L’occasione è venuta da un forum in corso a Teheran per celebrare 515 anni di cooperazione tra Russia e Iran.

E in tale contesto è anche maturato l’annuncio – dato dall’ambasciatore iraniano a Mosca, Mehdi Sanai – che il presidente dell’Iran, Hassan Rohani, ha in programma un’imminente visita in Russia. Il diplomatico non ha fornito altre informazioni sul programma della visita che, secondo alcune indicazioni, dovrebbe svolgersi a marzo. Ma sul tavolo ci saranno sicuramente gli sviluppi in Siria dopo l’intesa di Astana e quelli relativi alla politica degli Stati Uniti dopo l’elezione del nuovo presidente Donald Trump.

(di Pierluigi Franco/ANSA)

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