La Camera approva la “Risoluzione Cicchitto” sulla crisi in Venezuela

ROMA – La crisi del Venezuela è sbarcata anche alla Camera su iniziativa del presidente della Commissione Esteri, Fabrizio Cicchito. La risoluzione, proposta dall’On. Cicchito e sostenuta dalla maggioranza, è stata approvata senza grosse difficoltà.

Nella premessa, l’On. Cicchitto si richiama immediatamente alla “risoluzione n.8-00196 Porta”, approvata dalla III Commissione il 27 luglio 2016. La risoluzione si sofferma sulla soluzione della crisi politica ed umanitaria in Venezuela” per poi affermare che “persiste in tale Paese la gravissima crisi politica ed umanitaria, derivante per un verso dal perdurante negativo andamento dell’economia – basti pensare al calo stimato del 13 per cento del prodotto interno lordo nel solo 2016 – e per altro verso dalla tensione acuta tra il Governo del presidente Nicolas Maduro e le forze parlamentari di opposizione, divenute maggioritarie dopo le elezioni del 2015, di cui risente gravemente la stessa comunità di connazionali residenti; il 2017 si è aperto all’insegna dell’instabilità dopo che la coalizione di opposizione, la Mesa de la Unidad Democratica (MUD), ha operato un avvicendamento alla presidenza della Camera tra Ramos Allup e Julio Borges leader di Primero Justicia, che ha esordito il suo mandato reiterando l’obiettivo della rimozione del presidente Maduro”.

L’On. Cicchitto

Sempre nella premessa, si sotiene che permane lo stato di detenzione di leader politici quali Leopoldo Lopez, Antonio Ledezma, Lorent Saleh, la cui liberazione appare necessaria per l’avvio di un dialogo effettivo tra le parti; d’altra parte, al presidente della Commissione esteri del Senato, il senatore Pierferdinando Casini, recatosi in visita a Caracas a fine dicembre 2016, le forze dell’ordine venezuelane hanno impedito di rendere visita all’ex sindaco di Caracas, Antonio Ledezma, agli arresti domiciliari con l’accusa di golpe”.

La risoluzione dell’On. Cicchitto prosefue sottolineando che “nel frattempo la condizione di vita della popolazione è peggiorata in modo esponenziale: continuano a mancare cibo e medicine; non vi è alcuna sicurezza per cui i cittadini sono limitati nella propria libertà di movimento al fine di evitare di esporsi a violenze e assassini, che rappresentano la normalità nella capitale Caracas, la città di più pericolosa al mondo secondo le statistiche; non può essere dimenticata la morte, avvenuta il 6 giugno 2016, di un funzionario in servizio presso il consolato italiano a Caracas, ucciso nella sua stessa abitazione in circostanze ancora da chiarire e per acclarare le quali l’Italia attende una risposta alla rogatoria internazionale inviata”.

Il deputato, poi, denuncia che “la condizione della popolazione è divenuta ormai insostenibile e si rischia la guerra civile se si tiene conto che per il 2017 è previsto un tasso di inflazione pari al 200 per cento e che l’80 per cento della popolazione guadagna circa 30 dollari al mese, che non consentono di provvedere all’acquisto di beni di prima necessità per cui il Governo di Caracas ha disposto per i prossimi giorni la distribuzione a 15 milioni di venezuelani di una carta annonaria, il Carnet de la patria, per il razionamento dei generi alimentari essenziali; il Paese versa anche in un’eccezionale crisi monetaria, ai limiti del default, derivante dalla imposizione del cambio fisso sul dollaro, dal controllo statale sui prezzi e da un eccesso di liquidità connesso all’aiuto che la Banca centrale venezuelana fornisce da anni alla compagnia petrolifera venezuelana (Pdvsa), da cui deriva un’inflazione calcolata dal Fondo monetario internazionale al 475 per cento nel 2016.

I venezuelani si confrontano di fatto con un triplice cambio, oltre a quello ufficiale; il prezzo della farina è triplicato dall’inizio dell’anno e per il 2 gennaio il presidente Maduro ha ordinato la sostituzione delle banconote da 100 bolivares, equivalenti all’irrisorio valore di 3 centesimi di euro, con banconote da 20 mila bolivares che non sono state distribuite dalle banche, con conseguenti assalti agli sportelli, gravi disordini, violenze e alcune vittime”.

Riferendosi, quindi, nello specifico agli italiani del Venezuela, sostiente che “in quanto alla comunità di connazionali italiani, che malgrado tutto continua a svolgere un ruolo di significativa importanza nei diversi comparti dell’economia nazionale e che negli anni Sessanta rappresentava il gruppo di stranieri residenti più numeroso, prima di quello spagnolo e portoghese, per la situazione del Paese dalle oltre 210 mila unità del 1976 la sua consistenza è passata alle 142.000 mila di oggi (dato del 2015); è positivo che il Governo italiano abbia previsto a partire dal 1 gennaio 2017 per i 3.600 pensionati italiani residenti che il calcolo per l’integrazione dell’assegno sia effettuato sulla base del cambio DICOM e non più di quello ufficiale e totalmente irrealistico, contribuendo ad alleviare la condizione difficile in cui versano tali connazionali; il 4 dicembre 2016 il Venezuela è stato sospeso a tempo indeterminato dal Mercosur (il mercato comune del Sud) per inadempienza rispetto al sistema comune di tariffe commerciali e al coordinamento complessivo delle politiche macroeconomiche. La controversa decisione, assunta con il voto di Argentina, Brasile Paraguay e con l’astensione dell’Uruguay, rischia di aggravare ulteriormente la situazione della popolazione, prefigurando l’esclusione del Venezuela dell’area commerciale sudamericana”.

Deopo la lunga premessa, la risoluzione approvata dalla Camera impegna il Governo “a proseguire nell’azione politico diplomatica per favorire una soluzione pacifica della crisi politica in Venezuela, ripristinando lo Stato di diritto e le necessarie garanzie sul piano della tutela dei diritti e delle libertà fondamentali” e “ad assumere ogni iniziativa utile a lenire la preoccupante situazione umanitaria, soprattutto per quanto concerne l’afflusso di medicinali e generi alimentari di prima necessità, con un’attenzione specifica nei confronti della comunità italiana residente”.

Particolarmente interessante l’esposizione dell’On. Fabio Porta – deputato eletto nella Circoscrizione America Meridionale e presidente del Comitato Italiani nel Mondo della Camera -, che è intervenuto a nome del Partito Democratico.

“In Venezuela si sta consumando una delle più gravi crisi internazionali e il Partito Democratico – ha esordito l’on. Porta – voterà con convinzione a favore di questa risoluzione, opportunamente e tempestivamente presentata dal presidente della Commissione Affari Esteri”.

Quindi ha proseguito:

“Alla gravissima crisi economica si è sommata negli anni del governo Maduro una altrettanto grave crisi politico-istituzionale. Il fallimento di tutti i tentativi di dialogo e di mediazione può anche essere addebitato a fattori di carattere diverso, ma è indubbio che al governo venezuelano vanno addebitate le maggiori responsabilità”.
“Continuiamo – ha sottolineato il deputato – a giudicare inaccettabile la detenzione di membri del Parlamento, come il deputato Gilber Caro, o di amministratori pubblici, come il sindaco di Caracas Antonio Ledezma; in carcere sono ancora Leopoldo Lopez, leader di ‘Voluntad Popular’ e Lorent Saleh, giovane leader studentesco”.

“Altrettanto inspiegabile- ha aggiunto l’On. Porta – è il rifiuto del governo venezuelano di dichiarare l’emergenza umanitaria, condizione necessaria per l’arrivo nel Paese di prodotti e medicinali di prima necessità, compresi quelli destinati ai nostri connazionali.”

L’On Fabio Porta (PD) con l’Ambasciatore Silvio Mignano

Il nostro rappresentante al Parlamento, quindi, non ha mancato nel sostenere che è “intollerabile, infine, la mancanza di rispetto verso le decisioni assunte dal Parlamento del Venezuela, democraticamente eletto dal popolo ed espressione di una larga maggioranza anti-governativa. In questo contesto è chiaro che la nostra priorità – ha illustrato Porta -sono le centinaia di migliaia di nostri connazionali, ai quali va in questo momento la nostra solidarietà e ai quali dobbiamo rivolgere le nostre attenzioni; abbiamo risolto il complesso problema del pagamento delle pensioni italiane in Venezuela e non possiamo chiudere gli occhi davanti al dramma di chi in Italia aspetta da troppo tempo il pagamento delle pensioni venezuelane. Abbiamo chiesto al governo il rafforzamento dei servizi consolari in Venezuela e chiediamo maggiori risorse per l’assistenza sociale e sanitaria.

Chiediamo quindi all’Italia, con questa risoluzione, una forte iniziativa politica anche a livello internazionale; per rilanciare un vero dialogo a partire dalle condizioni di ripristino dell’agibilità democratica e della tutela dei diritti alle quali ho appena fatto riferimento”.

In conclusione l’On Porta ha invitato “il Parlamento a organizzare quanto prima una delegazione istituzionale, possibilmente sotto l’egida della Unione Interparlamentare e del gruppo di amicizia Italia-Venezuela, in grado di verificare in loco l’evolversi della grave situazione, tanto in relazione alle condizioni della nostra collettività che al pieno rispetto dei diritti politici e civili”.
La Redazione