Spread ancora a quota 200. Padoan, impegno sul debito

ROMA. – Lo spread resta sui 200 punti. Un pungolo per il governo che il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, definisce “sgarbato”, ma che ha inevitabilmente il suo peso sui titoli di Stato italiani e sugli interessi pagati sull’immensa mole di debito che il Paese si porta dietro. La riduzione di quel debito, assicura Padoan, resta centrale per il governo.

E’ necessario “evitare che aumenti la spesa per interessi” che nell’ultimo anno si è ridotta di 17 miliardi di euro, equivalenti ad un punto di Pil, rispetto al 2012. “Spendere risorse – sottolinea – è preferibile che pagare interessi sul debito”. Non a caso, proprio con l’obiettivo di tenerlo a freno e di dimostrare di essere in grado, come sempre in passato, di rispettare le regole europee, Roma si è impegnata con la Commissione ad attuare rapidamente interventi tali da portare il deficit al 2,1% del Pil, così come richiesto.

Nonostante le stime del governo differiscano da quelle di Bruxelles, ha evidenziato ancora una volta il ministro tornando a parlare in Parlamento, l’Italia ha deciso di attenersi a quanto richiesto per dimostrare la sua affidabilità e credibilità. Anche perché nel dibattito scatenato dalle dichiarazioni di Angela Merkel sulla cosiddetta “Europa a 2 velocità”, il nostro Paese non è necessariamente condannato ad essere in serie B, anzi.

“L’Italia deve e può – ha rivendicato Padoan – stare nella velocità di punta”. Solo mantenendo un dialogo proficuo con l’Unione europea è infatti possibile affrontare i problemi e le urgenze, a partire da quella del terremoto. Dopo la flessibilità ottenuta per le spese per il sisma nella legge di bilancio, altre risorse, stimate in oltre un miliardo nel solo 2017, “saranno messe in campo in un contesto in cui il dialogo con l’Ue continua perché il Paese e il governo – ha puntualizzato Padoan – rispettano le regole”. La manovra di aggiustamento arriverà quindi presto.

Probabilmente entro fine marzo, quando il governo avrà a disposizione le cifre Istat sui conti 2016, saranno approvate le prime misure, per avere poi un quadro completo entro il Def di aprile. Padoan ha ribadito la composizione: un quarto di tagli di spesa e tre quarti di nuove entrate. Circa un miliardo arriverà dal rafforzamento delle misure di lotta all’evasione fiscale in parte già sperimentate.

In una nuova lettera inviata a Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis, il titolare del Mef ha infatti chiesto l’estensione temporale e qualitativa dello split payment. L’autorizzazione richiesta è che il regime possa essere prorogato per altri tre anni oltre il termine del 31 dicembre di quest’anno e quindi fino al 2020 e che si verifichi la possibilità di estendere l’autorizzazione anche “a entità e transazioni inizialmente non incluse in questo regime, inizialmente circoscritto agli acquisti delle p.a.”.

Secondo indiscrezioni, una delle ipotesi è l’estensione del nuovo sistema di liquidazione Iva alle società pubbliche. Il ministro ha spiegato che c’è l’attenzione del governo anche sulla Web Tax e sulla tassazione di Airbnb. Sono ”aree da esplorare” e sulle quali il governo intende intervenire, magari con la prossima legge di bilancio. Ha invece assicurato che le misure che saranno adottate non avranno impatto sui costi di beni e servizi: non sarà quindi toccato l’autotrasporto.

La giornata sui mercati è iniziata con uno spread sopra i 200 punti, che poi è arretrato leggermente ed è risalito nel tardo pomeriggio riattestandosi su questa soglia. La borsa, invece, dopo la flessione di ieri, si è mantenuta stabile, chiudendo con una flessione minima, dello 0,17%.

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