Gentiloni nel teramano, premier tra la gente a Montorio al Vomano

TERAMO. – Una micidiale accoppiata di calamità, la nevicata eccezionale e di nuovo il sisma, con le tre scosse violente del 18 gennaio, poi il black-out per giorni. È qui, nel Teramano, terra allo stremo, che il premier, Paolo Gentiloni, arriva non solo per verificare la situazione, ma anche per incitare alla resistenza: “ce la faremo”, dice, e rilancia l’appello di fare in fretta “per non perdere la fiducia nel futuro”.

Il presidente del Consiglio è arrivato prima a Montorio al Vomano, paese di tanti sfollati che cerca di costruire un polo scolastico dal sisma del 2009, e poi a Teramo, per incontrare i sindaci di “una parte del nostro paese che è stata ripetutamente colpita in modo molto grave”.

“Non si è trattato solo di un episodio – ha detto – ma purtroppo di una sequenza. Questo non deve incrinare la coesione delle nostre comunità e la fiducia nel futuro. Però bisogna lavorare e lavorare in fretta perché solo se le istituzioni saranno veramente unite e rapide questo potrà consentire di restituire fiducia ai nostri territori”.

Ha sentito parlare di viabilità in ginocchio, di disservizi nell’erogazione della corrente elettrica che in alcune zone è mancata anche per 12 giorni consecutivi e dove si va ancora avanti coi generatori, di danni pesantissimi agli allevamenti, di un colpo si spera non definitivo all’economica delle imprese, del commercio, dei servizi.

Ha sentito raccontare di quattro vittime del maltempo e di chi non vuole andare via, nonostante l’esodo verso le città del mare che sta spopolando anche i centri urbani. Alla platea di primi cittadini il premier ha detto: “per il Teramano credo che serva un piano urgente soprattutto sul tema della viabilità ma poi serve tutto il resto su cui stiamo lavorando” e loro adesso se lo aspettano.

Se lo aspetta il sindaco del capoluogo, Maurizio Brucchi, che ha chiesto “aiuti subito, perché domani è troppo tardi”, insistendo sulla sicurezza scolastica, alla ricerca di un indicazione “certa, univoca su quanto può essere vulnerabile una edificio scolastico per restare aperto”. Ed è soprattutto sulle scuole che Gentiloni ha ricevuto sollecitazioni a fare veloci.

“Per me – ha detto all’uscita della Provincia – è stato molto molto utile ascoltare le esigenze, i problemi, anche le lamentele che vengono dal territorio e in particolare dai sindaci”.

(di Roberto Almonti/ANSA)