Trincea M5S su Roma: “Stampa e eletti parlino di temi”

Operatori dell'Ama in Campidoglio, Roma
Operatori dell'Ama in Campidoglio, Roma, 08 agosto 2016. ANSA/ANGELO CARCONI
Operatori dell’ama in Campidoglio, Roma, 08 agosto 2016. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – Basta gossip, si parli a Roma come in tutti i 37 comuni amministrati dal M5S di “temi concreti”. Alla fine dell’ennesima giornata sull’ottovolante è Luigi Di Maio, di rado così in prima linea come in questi giorni, a dare il senso del messaggio impartito da Beppe Grillo. Un messaggio che è una sfida alla stampa ma anche un invito ad eletti e parlamentari: quello di concentrarsi e parlare di temi concreti e non alimentare nuove polemiche, a cominciare da quelle ad personam.

Ed è un messaggio che arriva nel giorno in cui, a finire nella bufera per un suo “colloquio” pubblicato da La Stampa, è l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini. Il suo attacco a Virginia Raggi, infatti, getta nuovamente nel caos il Movimento, innescando – raccontano- l’ira di Grillo. Anche perché a pronunciare le parole della discordia è l’assessore più ‘in vista’ del momento in quanto è lui ad avere la delega sullo spinosissimo nodo del nuovo stadio. Progetto sul quale Berdini si è sempre mostrato tra più i intransigenti.

Ma perdere ora Berdini, è il ragionamento fatto anche dai vertici M5S, avrebbe creato ulteriori ostacoli sul tema dello stadio. Tanto che una fonte di alto rango del M5S, tra il serio e il faceto, spiega così la formula delle “dimissioni respinte con riserva”: “bisogna trovare il sostituto…”.

E l’affaire Berdini piomba ad una manciata d’ore dall’evento organizzato dal M5S proprio per rilanciare i 37 sindaci pentastellati. Con un sit ad hoc sui risultati delle amministrazioni e con una mega conferenza stampa presenziata dai tre parlamentari di supporto ai Comuni: Di Maio, Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede. Una conferenza che vede in prima linea proprio Raggi, Filippo Nogarin, Chiara Appendino e Federico Piccitto, sidnaci dei Comuni più popolosi.

E che ha un duplice obiettivo: ribadire che il Movimento ha “la forza” per governare e annunciare il progetto “Delibere comuni”, teso a rendere più omogenei gli interventi dei sindaci. “In tutti i nostri Comuni applicheremo le nostre delibere e renderemo concreti i punti fondanti del programma del Movimento”, spiega Fraccaro parlando dell’iniziativa con cui, di fatto, il quartiere generale stringe ulteriormente i bulloni su autonomia (ed eventuali passi falsi) degli eletti. Cercando di buttare giù, attraverso le delibere Comunali, una prima ‘bozza’ di quello che sarà il programma per le elezioni.

Perché al voto che Grillo e Casaleggio ormai guardano. E, in vista di quest’orizzonte non accennano a moderare la loro ‘guerra’ a “certa stampa”. “La lista dei giornalisti è stata chiesta dal presidente dell’Ordine dei giornalisti, non è una lista di proscrizione”, è la tesi con cui Di Maio respinge gli attacchi della maggioranza per l’elenco di articoli “diffamatori” diffuso ieri dal vice presidente della Camera.

Ma, contemporaneamente, Grillo tuona dal blog: “sulla lista di Di Maio “i giornali hanno gridato allo scandalo. Si credono una casta intoccabile. Per loro l’ avversario è uno solo: il M5S. Più ci attaccano, meno sono credibili”, affonda il leader M5S. E di Maio, quasi lanciando la campagna elettorale, incalza: “finirà come in Usa” con Trump, “alla fine i giornali si scuseranno”.

(di Michele Esposito/ANSA)

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