Anziani: famiglie sempre più sole, calano servizi e risorse

ROMA. – Il modello italiano di assistenza agli anziani è alla débacle: tagli ai servizi e ai posti letto, scarse risorse, e la conseguenza è che le famiglie sono sempre più in affanno e sole. E’ ciò che emerge dalla ricerca ‘Domiciliarità e residenzialità per l’invecchiamento attivo’ realizzata dall’Auser e presentata a Roma alla presenza del presidente dell’Inps Tito Boeri.

All’assistenza a domicilio ricorrono circa 2,5 milioni di anziani, mentre nelle oltre 12.200 strutture sparse sul territorio nazionale trovano assistenza poco più di 278.000 anziani (il 74,6% sono donne, il 70% i non autosufficienti) con una netta riduzione dei posti letto fra il 2009 e il 2013 di oltre il 23%. Ma la domanda di assistenza crescerà e costerà sempre di più: la Ragioneria Generale dello Stato, spiega la ricerca, valuta che la spesa per l’assistenza di lunga durata passerà dal 1,9% del Pil nel 2015 al 3,2% nel 2060.

L’indagine mette in evidenza come, per la prima volta nella storia del Paese, la copertura dei servizi per gli anziani non autosufficienti presenti tutti segni negativi: diminuiscono le persone presi in carico nei servizi di assistenza domiciliare; diminuiscono del 9,1% tra il 2009 e il 2013 gli anziani nelle residenze; segno meno anche per il numero di anziani con indennità di accompagnamento; diminuiscono i fondi statali; diminuisce del 7,9% la spesa per i servizi sociali di regioni e comuni.

Diminuisce del 4,1% l’occupazione stabile nei presidi mentre schizza in avanti del 28,1% il volontariato, sempre nel periodo 2009-2013. In questo quadro desolante, le famiglie sono sempre più in difficoltà, danno fondo ai risparmi e spesso sono costrette a indebitarsi, a vendere casa anche in nuda proprietà per pagare l’assistenza al familiare non autosufficiente.

La ricerca dell’Auser avanza una serie di proposte concrete: istituire il fondo unico per la non autosufficienza; dotare di risorse adeguate e stabili nel tempo gli enti territoriali; adeguare il patrimonio immobiliare degli anziani perché possano restare a casa loro il più a lungo possibile; estendere e rendere efficaci i servizi di assistenza domiciliare; riconoscere professionalmente il lavoro delle ‘badanti’ istituendo il Registro degli assistenti familiari.

Per quanto riguarda la residenzialità occorre ampliare l’offerta dei posti nei presidi per anziani, migliorare la qualità, prevenire e reprimere i comportamenti illeciti. “Lo scenario demografico che abbiamo di fronte non lascia spazio ai tentennamenti – dice il presidente Auser Enzo Costa – l’Italia è già il paese più vecchio d’Europa con il 21,4% degli italiani over 65 e il progredire del livello di longevità impone a tutti, soprattutto alle istituzioni ma anche a noi attori sociali, una risposta, perché sta crescendo in modo esponenziale la domanda di assistenza. Ci attende un lavoro enorme”.

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