Folla a Teheran contro gli Usa per i 38 anni della rivoluzione

TEHERAN. – E’ stata forte la risposta della piazza alla nuova politica nei confronti dell’Iran del presidente americano, Donald Trump. Al grido in inglese “down with Usa” (abbasso gli Usa), milioni di iraniani hanno invaso le strade e le piazze di Teheran in occasione delle celebrazioni per il 38/o anniversario della Rivoluzione islamica, raccogliendo l’appello alla partecipazione lanciato qualche giorno fa dalla Guida suprema dell’Iran, ayatollah Sayyed Ali Khamenei.

Lo stesso slogan “abbasso gli Usa”, urlato in ogni angolo di Teheran, è apparso su cartelloni portati in strada dalla gente. Una risposta decisa, quindi, caratterizzata anche da un notevole spirito sarcastico. Numerose sono state infatti le caricature di Trump esposte e portate in strada, dove il presidente americano appare sempre in veste di ironica macchietta.

In un enorme cartellone, affisso nei pressi dell’Università, è comparso anche lo Zio Sam in atteggiamento perplesso, che si gratta la testa con preoccupazione a fronte delle iniziative del tycoon. Ma nella enorme folla che ha invaso Teheran non sono mancati anche cartelli di apprezzamento per il popolo americano, sempre distinto dai vertici iraniani rispetto all’attività dei governanti Usa.

In questi cartelli si leggeva il ringraziamento per l’atteggiamento di solidarietà mostrato da molti statunitensi in occasione del bando dei visti deciso da Trump per i cittadini di sette Paesi a maggioranza musulmana, tra cui l’Iran.

A rimarcare l’importanza politica delle manifestazioni è stato il presidente dell’Iran, Hassan Rohani, nel discorso pronunciato nella gremita piazza Azadi. “L’affluenza di oggi è una risposta alle false affermazioni dei nuovi governanti della Casa Bianca contro l’Iran”, ha detto Rohani, sottolineando che “tutte le persone che sono in piazza stanno dicendo al mondo, con la loro presenza, che al popolo iraniano bisogna parlare con rispetto e dignità”.

Il presidente ha quindi aggiunto che “la nazione iraniana ha mostrato nel corso degli ultimi 38 anni che chiunque parli agli iraniani con il linguaggio delle minacce se ne dovrà pentire”.

Nel pomeriggio è poi arrivato un altro attacco alle politiche degli Stati Uniti, ma anche di Israele, accusati di “combattere l’Islam”. A sferrarlo è stato l’ayatollah Mohammad Emami-Kashani nel sermone della preghiera del venerdì pronunciata all’Università di Teheran.

L’anziano e potente ayatollah ha criticato con forza le politiche di Trump e ha affermato che “gli Stati Uniti e Israele hanno creato gruppi terroristici, tra cui l’Isis, mentre sostengono che stanno combattendo contro il terrorismo. E, con il pretesto della lotta al terrorismo, bombardano il popolo siriano e iracheno”.

(di Pierluigi Franco/ANSA)

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