Ue avverte Trump, ricorso alla Wto se tassa l’import

NEW YORK. – L’Europa non vuole una guerra commerciale con gli Stati Uniti perché sarebbe “disastrosa” per l’economia globale. Ma è pronta a fare ricorso alla Wto nel caso in cui l’amministrazione Trump optasse per adottare “aggiustamenti fiscali alla frontiera”, imponendo tasse all’import e alle vendite negli Usa, ed esentando allo stesso tempo le esportazioni. Si tratta della cosiddetta ‘border tax’ caldeggiata dai repubblicani.

“Vogliamo il rispetto delle regole mondiali quando si parla di commercio” afferma Jyrki Katainen, il vice presidente della Commissione europea, in un’intervista al Financial Times, secondo il quale i legali europei stanno preparando la strada a un possibile ricorso.

“Se qualcuno agisce contro i nostri interessi o contro le regole internazionali nel commercio abbiamo i nostri meccanismi per reagire” spiega Katainen, avvertendo: l’Ue potrebbe reagire a una decisione americana di imporre una tassa ai confini o alzare una barriera commerciale arbitraria.

Un ricorso all’Organizzazione Mondiale del Commercio da parte dell’Ue e di altri partner commerciali degli Stati Uniti sarebbe il caso maggiore mai arrivato sul tavolo della Wto. “La nostra prima valutazione” è che una tale misura “non è compatibile con la Wto. Molti partner commerciali americani hanno seri dubbi sulla sua compatibilità con le regole” spiega un funzionario della Wto con il Financial Times.

La norma in via di definizione sembrerebbe violare, mettono in evidenza gli esperti, due principi fondamentali della Wto, ovvero che i paesi membri non possono discriminare le importazioni e sovvenzionare le esportazioni. Secondo alcune stime, se gli Stati Uniti dovessero perdere il caso si potrebbero trovare a far fronte a ritorsioni commerciali fino a 385 miliardi di dollari l’anno.

Se l’amministrazione Trump dovesse, come il presidente americano ha più volte minacciato, ignorare la sentenza della Wto “salterebbe il sistema messo a punto per evitare guerre commerciali”, afferma Chad Brown, esperto di Wto al Peterson Institute for International Economics.

La tassazione ai confini è caldeggiata dal partito repubblicano, e dallo speaker della Camera, Paul Ryan. Corporate America si è invece spaccata: le aziende più dipendenti dall’import come Walmart sono contrarie e impegnate in un lobbying sfrenato contro la misura, mentre grandi esportatori come General Electric premono per una sua approvazione.