Salvini chiama la piazza per andare al voto, no di Berlusconi

ROMA. – La battaglia dentro il Partito Democratico allontana ancora di più il ritorno alle urne: Silvio Berlusconi non ha dubbi al riguardo e lo ripetere da giorni ai diversi big azzurri. Il voto anticipato non è mai stato in cima alle lista dei desideri del Cavaliere che, anzi, spera di poter arrivare alla scadenza naturale della legislatura e magari di poter tornare candidabile in modo che Forza Italia possa risalire la china dei sondaggi.

Ma i ragionamenti che si fanno ad Arcore hanno come effetto quello di allontanare ancora di più il leader di Forza Italia dagli alleati ed in particolare da Salvini e Meloni. I cosiddetti “sovranisti” infatti insistono per tornare al più presto al voto ed il segretario del Carroccio non esclude di andare in piazza per invocare le elezioni. Mai come ora i rapporti tra Berlusconi e Salvini appaiono ai minimi storici.

D’altronde l’indisponibilità del leader azzurro a farsi da parte ed il progetto di un’alleanza che abbia nei moderati il perno della coalizione non rispecchia per nulla il programma che ha in mente il leader della Lega. Salvini non solo non fa mistero di ambire alla guida della coalizione di centrodestra, ma insiste sulla necessità che siano gli elettori a scegliere il futuro leader con le primarie.

E il segretario del Carroccio sa bene che intorno alla richiesta di una consultazione popolare può radunare diversi consensi, non solo la Meloni ma anche gli altri ‘pezzi’ di centrodestra come Raffaele Fitto. Il leader della Lega poi non sembra intenzionato a fare compromessi: “Chi si allea con noi non può essere europeista o pensare di governare con Renzi”, mette in chiaro Salvini che poi non esclude anche la possibilità che il suo partito possa correre da solo.

A fargli da eco è la leader di Fratelli d’Italia: “Servono una clausola anti inciucio e le primarie per scegliere il leader dal basso”. Un’idea da sempre bocciata dal Cavaliere che però fa una distinzione tra il piano nazionale e le realtà sul territorio tant’è che in Sicilia Forza Italia ed il Carroccio hanno raggiunto un accordo che prevede la convocazione delle primarie il prossimo 23 aprile per scegliere il candidato alla guida della Regione.

La tensione tra il Cavaliere e Salvini fa suonare le sirene di allarme di chi, soprattutto dentro Forza Italia, considera irrinunciabile l’alleanza per essere competitivi alle prossime elezioni. A gettare acqua sul fuoco ci pensa Niccolò Ghedini, avvocato dell’ex premier e tra i consiglieri più ascoltati: “In una coalizione – spiega in un’intervista a Libero – vi è un rapporto dialettico e non su tutti gli argomenti vi è sovrapponibilità o identità ma ciò è normale che accada”.

A fare da pontiere è anche il capogruppo alla Camera Renato Brunetta. Il presidente dei deputati azzurri stronca “le primarie fai da te” e sottolinea come “il centrodestra in questa fase, secondo tutti i sondaggi, è vincente se è unito, quindi c’è l’obbligo assoluto di stare insieme”.

Il suo omologo al senato Paolo Romani invita a non fare gli stessi errori dei Dem: “La divisione profonda all’interno del Pd – spiega il capogruppo dei senatori – è un’occasione estremamente propizia che il centrodestra ha il dovere di cogliere, evitando di commettere lo stesso errore”.

(di Yasmin Inangiray/ANSA)

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