Allarme della Corte dei Conti sulla corruzione “diffusa”

ROMA. – Una forma più insidiosa di corruzione, non guidata da organizzazioni criminali ma ‘diffusa’ e portata avanti dai singoli che si può combattere solo attraverso una maggiore efficienza e trasparenza della pubblica amministrazione e solo se le autorità cui compete il controllo, comprese Anac e Antitrust, remano tutte insieme nella stessa direzione.

All’inaugurazione dell’anno giudiziario la Corte dei Conti lancia quello che purtroppo è un consueto allarme sulla corruzione, che ancora dilaga in particolare negli appalti pubblici. E ‘chiama’ le authority guidate da Raffaele Cantone e Giovanni Pitruzzella a stringere maggiori “sinergie”, come sottolinea il procuratore generale Claudio Galtieri, per dare “una risposta quanto più unitaria e coordinata di tutte le istituzioni” a fenomeni, come quelli corruttivi, che ledono “la stessa credibilità delle istituzioni”.

Proprio grazie ai controlli incrociati che già si fanno con le altre magistrature, sottolinea, è emerso peraltro “il dato, preoccupante, di come i comportamenti illeciti trovino terreno fertile nelle disfunzioni amministrative, spesso favorite da scarsità quantitativa e qualitativa delle professionalità”.

E’ proprio l’inefficienza, secondo i magistrati contabili, a creare “ampie zone oscure nelle quali più facilmente si possono inserire e nascondere i conflitti di interesse e la corruzione”. Per combatterla bisogna quindi spingere su semplificazione e trasparenza del pubblico che consente di avere gli strumenti migliori anche per contrastare la “corruzione ‘diffusa’ costituita da singoli comportamenti legati a singole persone”.

Per gestire la cosa pubblica, sottolinea anche il presidente Arturo Martucci di Scarfizzi, non basta però “la rettitudine” che pure è condizione “indefettibile”: servono anche le adeguate “competenze e capacità professionali”.

Il presidente dei magistrati contabili ricorda anche l’importanza dei controlli sulla reale efficacia delle misure adottate dai governi che non sempre “negli scorsi anni si sono tradotte nei risultati attesi”. E lancia un avvertimento sulla “fragilità” della ripresa, che pure comincia a dare i primi “deboli segnali”, anche in rapporto ai stringenti vincoli cui l’Italia è sottoposta per l’appartenenza “alla Ue e alla moneta unica”.

Anche Bruxelles, quindi, deve fare la sua parte e tenere conto del carattere “continuativo” dei fenomeni sismici nel Paese, come dimostrano gli eventi che si sono susseguiti dall’agosto scorso nel centro Italia. La flessibilità, è il messaggio, andrebbe quindi accordata anche per la prevenzione che “non appare del tutto slegata dalla ricostruzione” perché si tratta di “programmare una protezione contro effetti drammatici di eventi sismici che presentano carattere di potenziale continuità”.

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