L’economia italiana cresce nel 2016. Padoan, meglio del previsto

Un'operaio metalmeccanico al lavoro in un'immagine d'archivio.
Un'operaio metalmeccanico al lavoro in un'immagine d'archivio. GIORGIO BENVENUTI-ARCHIVIO / ANSA / DC
Un’operaio metalmeccanico al lavoro in un’immagine d’archivio. GIORGIO BENVENUTI-ARCHIVIO / ANSA / DC

ROMA. – L’economia italiana cresce un po’ più del previsto, ma ancora non centra l’obiettivo della cifra tonda. Nel 2016 il Pil è aumentato dello 0,9%, ad un passo dalla fatidica soglia dell’1% (toccata invece nel dato corretto per giorni lavorativi), un decimale in più rispetto alle ultime previsioni, non aggiornatissime, del governo.

Ad ottobre, insieme alla manovra, l’esecutivo aveva infatti pronosticato nel Documento programmatico di bilancio presentato all’Europa una crescita per l’anno in corso dello 0,8%. Un numero che rappresentava una netta sforbiciata rispetto all’1,2% previsto la primavera precedente, ma che oggi sembra sorpassato dalla realtà.

Se fosse confermato dalle statistiche più approfondite che l’Istat produrrà fra poco più di 15 giorni, il ritmo di crescita dell’economia italiana sarebbe comunque il più alto dal 2010. Un risultato che il governo rivendica, ma che lascia comunque l’Italia nettamente al di sotto della media europea.

Paolo Gentiloni giudica i numeri “incoraggianti”, definendo il governo “determinato a proseguire le riforme per favorire la crescita”. Una linea pienamente condivisa dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che – oltre a difendere via Twitter le stime “rigorose e affidabili” del Mef – parla di dati migliori del previsto che “danno ragione ad una politica economica fatta di attenzione ai conti, riforme, sostegno a investimenti privati e investimenti pubblici”.

Ma il direttore dell’ufficio europeo del Fondo monetario internazionale, Jeffrey Franks, non fa mistero dei suoi timori e avverte che l’economia italiana è “fonte di preoccupazione”, perché “con questa crescita impiegherà una mezza dozzina di anni per tornare al livello pre-crisi”.

Neppure il confronto con l’Europa non è troppo confortante. Nel quarto trimestre del 2016 il Pil italiano è cresciuto dello 0,2% sul trimestre precedente, la metà rispetto allo 0,4% della zona euro e ancora meno rispetto allo 0,5% della Ue-28. Nel confronto con lo stesso trimestre del 2015, l’incremento è stato in Italia dell’1,1% contro l’1,7% dell’eurozona e l’1,8% della Ue a 28.

Non a caso, le previsioni arrivate poco più di 24 ore fa dall’Unione europea, che indicavano proprio lo 0,9% per il Pil italiano 2016, davano l’Italia come fanalino di coda in Ue. Il 2017 si apre già con un effetto trascinamento positivo dello 0,3%, ma per la Commissione il Pil non mostrerà ulteriori accelerazioni e si fermerà allo stesso livello dell’anno precedente, contro il +1% tondo stimato dal governo.

Le prossime evoluzioni dell’economia sono ancora tutte da verificare, ma sulla scena internazionale il 2017 è al momento segnato dalle incognite legate alla Brexit e all’amministrazione Trump. In Italia, l’attesa è tutta per la manovra correttiva, “e di sostegno” come ha sottolineato più volte il governo.

Se il Pil dovesse essere maggiore del previsto anche quest’anno, i compiti che Roma si porta a casa sarebbero facilitati, ma Nomisma parla di un’economia ancora “convalescente”, mentre Intesa SanPaolo si aspetta anche nel 2017 una velocità di crociera dell’1%, non più alta dunque rispetto a quella stimata dal governo ed inglobata nelle stime su deficit e debito.

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