Russia, presto sul sito del ministero degli Esteri pagina dedicata a fake news

MOSCA. – Fact-checking, alla russa. Ovvero di Stato. E’ il progetto che “a breve” verrà ospitato sul sito del Ministero degli Esteri (Mid) attraverso un’apposita sezione, dove verranno raccolte le “fake news” pubblicate dai media stranieri, in particolare quelli occidentali. Ad annunciarlo è stata la vulcanica portavoce del ministero, Maria Zakharova, nel corso della periodica conferenza stampa.

L’idea è quella di mostrare (non solo) tutte le ricostruzioni prive – secondo Mosca – di fondamento (ma anche) tutte le dichiarazioni dei politici dei vari paesi corredate dalle posizioni ufficiali russe. Il ‘servizio’ farà dunque “rivelazioni, riporterà le fonti reali, fornirà dati e renderà pubblica la reazione russa a una data questione” in modo da fronteggiare quello che, secondo Zakharova, è un vero e proprio “attacco” da parte di alcune testate straniere, principalmente anglosassoni.

“E’ difficile non notare la selva di cliche dal tono propagandistico contro Sputnik da parte dei principali media britannici”, ha sottolineato Zakharova prendendo le difese dell’agenzia web russa – che ha un sito anche in italiano – finita nel mirino delle critiche per i suoi articoli spesso e volentieri – agli occhi occidentali – ‘politically uncorrect’.

Il gruppo, che fa parte di Russia Oggi, ovvero la holding che controlla anche RT e l’agenzia Ria Novosti, è considerato uno dei centri propulsori delle notizie in odor di post-verità utili a sostenere la posizione del Cremlino nello scacchiere internazionale.

Zakharova ribalta la prospettiva e sostiene che sono proprio i media occidentali ad aver creato ad arte filoni come gli “hacker russi” e le “fake news” del Cremlino per piazzarli al centro del dibattito politico. Ecco allora che le accuse lanciate da Richard Ferrand, segretario generale del movimento ‘En Marche!’ fondato da Emmanuel Macron, secondo cui le testate RT e Sputnik esercitano “una certa influenza” sulla vita democratica della Francia, “non hanno a che fare con i media da lui citati”.

“Il signor Ferrand – ha graffiato Zahkarova – è diventato lui stesso spacciatore di ‘fake news'”. Ma a suscitare l’irritazione di Mosca è anche quel giornalismo che fa ampio uso di fonti riservate – “anonime” nella terminologia russa – e che, sostiene ad esempio il portavoce di Putin Dmitri Peskov, rende “difficile dividere la verità dalle bufale”.

In questo settore rientrano tutti gli ultimi retroscena sui presunti contatti tra il team di Donald Trump e gli 007 russi. Oppure le notizie diffuse da Amnesty International, Human Rights Watch e dal centro americano Atlantic Council “con l’assistenza della CNN” sulle atrocità commesse in Siria dal regime di Bashar al Assad.

“Le prove a sostegno di queste notizie lascia molto a desiderare” e lo scopo è “stroncare gli sforzi della Russia per avviare il processo politico per risolvere diplomaticamente il conflitto”, ha concluso Zakharova. Il fact-cheking del Mid metterà naturalmente ordine al caos.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA)