Stadio di Roma: Raggi, lavoriamo ma no a colate di cemento

La sindaca di Roma, Virginia Raggi. 14 febbraio 2017. ANSA/CLAUDIO PERI
La sindaca di Roma, Virginia Raggi. 14 febbraio 2017. ANSA/CLAUDIO PERI

ROMA. – La trattativa tra il Campidoglio e la Roma per il progetto del nuovo stadio progredisce. Virginia Raggi, all’indomani dell’ultimo tavolo politico con la società giallorossa e i costruttori, parla della “volontà di trovare un accordo per dare ai romani una struttura sportiva all’altezza del millennio e delle grandi capitali europee”. Ma la sindaca M5S assicura che “non ci sarà alcuna colata di cemento”.

“Stiamo lavorando per capire se sia possibile trovare una via di mezzo – dice -. Ereditiamo dal sindaco Marino e dalla maggioranza Pd un progetto con una eccedenza di edificazione del 70% rispetto a quanto previsto dal piano regolatore”. Raggi avverte del rischio impasse: “Ci siamo trovati un iter quasi a conclusione che in altre parole, significa: causa multimilionaria all’orizzonte che la società potrebbe intentare contro il Comune”.

Così la prima cittadina dal blog di Beppe Grillo, piattaforma privilegiata per parlare alla base del M5S, spiega i motivi che spingono l’amministrazione ad andare avanti nella “delicata trattativa”. Poi sottolinea: “Quando si parlava di Olimpiadi (il Comune di Roma ha detto no alla candidatura, ndr) tutti con il dito puntato contro la giunta. Oggi il dito è sempre puntato contro di noi. Insomma, comunque vada, siamo sempre additati”.

I chiarimenti della sindaca sono importanti a fronte delle dimissioni irrevocabili dell’ormai ex assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, che ha sbattuto la porta attaccando proprio le scelte sull’impianto a Tor di Valle. Ma non solo. Da qualche giorno anche parte della base M5S è in fermento, una fibrillazione che in Campidoglio è arrivata forte e chiara.

Prima la riunione del tavolo cittadino dell’Urbanistica, poi l’annuncio del coordinatore Francesco Sanvitto: “La decisione finale del tavolo allargato ai cittadini attivisti é stata quella di incontraci martedì 21 febbraio in Campidoglio per portare al sindaco una lettera accompagnata dalla delibera di annullamento del ‘pubblico interesse'” dello stadio. “Qualora Raggi non dovesse accogliere le nostre richieste – conclude -, alcuni attivisti M5S sono pronti al ricorso al Tar e a una denuncia penale”.

“Bisogna fare lo stadio rispettando principi che riguardano la sicurezza del territorio, il consumo del suolo e dando un aiuto alle periferie”, sostiene Luigi Di Maio. Mentre Grillo smentisce la ricostruzione secondo cui dopo una riunione con il direttore generale della Roma e il costruttore Luca Parnasi sarebbe arrivato il via libera all’opera: “La notizia riportata riguardo il mio incontro segreto per lo stadio della Roma é completamente falsa e infondata. Una fake news”.

Il progetto rinnovato portato al tavolo di ieri prevederebbe una ‘sforbiciata’ a tutte e tre le torri progettate da Libeskind – nel progetto originario alte quasi 200 metri-, un ampliamento della aree verdi, un efficientamento nel recupero delle acque e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili in tutta l’area.

La riduzione delle cubature alla fine potrebbe assestarsi tra il 20 e il 25%. La Regione Lazio resta in attesa che entro il 3 marzo il Comune approvi in Giunta e in Consiglio, la variante al Piano regolatore: in caso di un accordo sul taglio delle volumetrie al 20 per cento, per esempio, si parlerebbe comunque di un totale di oltre 700 mila metri cubi.

“Sarà il più grande diluvio di cemento su Roma per i prossimi anni ma anche dei decenni passati”, punta il dito Roberto Sacchi di Legambiente Lazio. Insomma il nuovo assessore all’Urbanistica della giunta Raggi – che il M5S punta ad individuare presto – oltre ad una delega pesante con il dossier stadio avrà un battesimo nel fuoco.

(di Paola Lo Mele/ANSA)