Giro di vite dell’Ue contro lo smog nelle città italiane

Una panoramica del centro di Milano in una foto di archivio
Smog,una panoramica del centro di Milano in una foto di archivio DANIEL DAL ZENNARO/ANSA
Una panoramica del centro di Milano in una foto di archivio DANIEL DAL ZENNARO/ANSA

BRUXELLES. – Basta allo smog in città, i grandi Paesi europei devono prendere provvedimenti per fermare l’inquinamento che avvelena i polmoni di centinaia di migliaia di europei ogni anno. E’ la battaglia che ha ingaggiato la Commissione Ue mettendo sotto pressione l’Italia ma anche Francia, Germania, Gran Bretagna, e Spagna per l’inquinamento eccessivo da biossido d’azoto (NO2) riscontrato nell’aria di città come Roma, Milano, Torino, Berlino, Londra e Parigi.

Stringendo le maglie della procedura d’infrazione, i diretti interessati dovranno fornire risposte concrete a Bruxelles entro due mesi. Se il ministro Galletti è certo che l’Ue riconoscerà il cambio di marcia, l’Italia rischia però ancor più sul fronte ambientale: potrebbe infatti scattare a breve la maximulta Ue per le fogne non a norma da 180 milioni di euro che, sommata alle sanzioni già in vigore per rifiuti e discariche fuorilegge, porterebbero a un conto record da quasi mezzo miliardo di euro.

La Commissione ha inviato un ultimo avvertimento all’Italia e agli altri Paesi perché “non hanno affrontato le ripetute violazioni dei limiti di inquinamento dell’aria per il biossido di azoto” che “costituisce un grave rischio per la salute”. Soprattutto perché “la maggior parte delle emissioni provengono dal traffico stradale” e in particolare dai motori diesel.

E’ dal maggio 2015 che Bruxelles ha puntato l’attenzione sul problema, dove misure concrete – che Bruxelles chiede entro due mesi – possono realmente fare la differenza a fronte degli oltre 400mila morti l’anno per la cattiva qualità dell’aria e milioni di malati per problemi cardiovascolari e alle vie respiratorie.

“Governo, Regioni e Comuni hanno già scelto di lavorare insieme per la qualità dell’aria e di farlo programmando misure strutturali, uscendo dalla logica delle risposte emergenziali”, ha affermato il ministro Galletti, dicendosi “convinto che la Commissione riconoscerà il nostro cambio di marcia”.

Se non ci saranno ugualmente interventi urgenti da parte del governo, un altro fronte che rischia di diventare un enorme boomerang ambientale per l’Italia è quello delle fogne. La supermulta chiesta dalla Commissione Ue a dicembre per la mancanza di depuratori in 81 comuni potrebbe infatti scattare già prossimamente, per un ammontare record da 180 milioni di euro.

Bruxelles ha chiesto infatti alla Corte Ue di applicare una sanzione forfettaria di 62,69 milioni di euro, più una multa di 347mila euro per ogni giorno di ritardo nell’adeguamento alle norme Ue sulle acque reflue. C’è però un modo per disinnescare la ‘bomba’, fanno sapere a Bruxelles: procedere al più presto alla nomina di un commissario unico e utilizzare il fondo da 2,5 miliardi già stanziato per mettere a norma le fogne fuori legge.

Dimostrando a Bruxelles e Lussemburgo che le iniziative già previste si cominciano a fare, la procedura potrebbe rallentare e le sanzioni diminuire. In caso di status quo, invece, i 180 milioni di multa per le fogne si andrebbero ad aggiungere ai circa 100 annuali per i rifiuti in Campania e le discariche abusive, più quelli per aiuti di stato illeciti fino ad arrivare a quasi mezzo miliardo.

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