Proroga di 3 anni per i test sugli animali. Ambientalisti protestano

ROMA. – Una proroga di tre anni per poter continuare a fare i test animali in Italia. La Commissione Affari Costituzionali del Senato ”ha approvato a maggioranza Pd-Ncd-Forza Italia-Gal-Autonomie (contrari Sel-Misto-M5s) l’emendamento De Biasi, Cattaneo e altri che prevede tre anni di proroga (inizialmente era di cinque anni) per esperimenti su animali di droghe, alcol, tabacco e xenorapianti, ”particolarmente inutili per i malati e crudeli per gli animali”, ha fatto sapere la Lav, che sottolinea che ”non bastava un anno di proroga come già previsto dal Governo nel Decreto Legge di fine anno che aveva già fatto saltare l’entrata in vigore, dal 10 gennaio scorso, del divieto dei test su animali di droghe, alcol, tabacco e xenotrapianti”.

Per gli ambientalisti ”il Ministro della Salute Lorenzin, basandosi solo su un parere di parte, ha aperto la strada alle sofferenze e alle uccisioni di altre decine di migliaia di animali, con iniezioni di droghe nell’addome o nel cervello, shock acustici o tattili con pinze e piastre ustionanti, contraddicendo una Legge del 2014 firmata da lei stessa come Ministro già tre anni fa in Senato poi hanno prevalso gli interessi di pochi e superati sperimentatori di Università che, volutamente sordi ai metodi sostituivi di ricerca come già praticati in altri Paesi del mondo, vogliono continuare a usare animali e senza nessun beneficio per gli esseri umani, e questo a spese del contribuente”.

Dall’altra parte della barricata ci sono i ricercatori che avevano chiesto una proroga di 5 anni, considerato un periodo utile minimo per poter accedere ai finanziamenti europei per progetti di ricerca, richiesta inserita nell’emendamento originario presentato dalla senatrice de Biasi su cui anche il Governo aveva dato parere favorevole la scorsa settimana.

Il risultato di tre anni di proroga è stato quindi accolto con soddisfazione da Research4life, l’associazione che rappresenta ospedali, enti di ricerca, associazioni di pazienti, organizzazioni non profit, università, ordini dei medici ed industrie.

“Le nostre richieste – dichiara Giuliano Grignaschi di R4L – sono state almeno in parte ascoltate e analizzate con maggiore obbiettività rispetto al passato, a discapito di prese di posizione più emotive e ideologiche, e questo ci fa ben sperare. Tuttavia siamo molto preoccupati perché il futuro della ricerca italiana rischia di essere compromesso, a svantaggio dei ricercatori italiani che potrebbero accedere ai finanziamenti con maggiore difficoltà rispetto ai colleghi europei, oltre che dei pazienti con bisogni di cura ancora insoddisfatti. Non va inoltre dimenticato – continua Grignaschi – che purtroppo la sperimentazione animale è ancora oggi una necessità fondamentale per lo sviluppo di nuove cure per tante importanti malattie, Questa proroga inoltre non scongiura il rischio di procedura di infrazione europea per lo scorretto recepimento della direttiva in materia”.

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