Trump annuncia un nuovo bando. Guerra con intelligence

NEW YORK. – L’ira e la frustrazione di Donald Trump sono incontenibili. La fuga di notizie sulla ‘Russian connection’ monopolizza oramai da giorni l’informazione sulla Casa Bianca. E qualcuno – vedi il Wall Street Journal – comincia ad evocare persino lo spettro del Watergate e dell’impeachment.

Così il presidente americano dichiara una guerra senza precedenti alle ‘gole profonde’ annidate – accusa – nei servizi di intelligence e complici della stampa “disonesta”, ordinando al dipartimento di Giustizia l’apertura di un’inchiesta. E ordinando anche un’ampia revisione di tutte le agenzie di spionaggio americane, dalla Cia alla Nsa, dove cresce il timore di una ‘grande purga’ e di una perdita di indipendenza.

Intanto, nel corso di una conferenza stampa fiume – convocata a sorpresa e durata oltre un’ora e un quarto – annuncia per la prossima settimana un nuovo decreto per la sicurezza, “per proteggere i confini del Paese”. Un ‘bando-bis’ sulle restrizioni agli ingressi, ha poi confermato il Dipartimento di giustizia, stavolta ‘a prova di giudici’, e che dovrebbe entrare in vigore subito per evitare rischi sul fronte della sicurezza nazionale. Nessun dettaglio, però è finora trapelato sul nuovo testo.

“Non mi tirerò mai indietro dal difendere l’America e manterrò fino all’ultimo le mie promesse”, afferma Trump parlando in diretta tv. Parole rivolte, più che ai giornalisti, direttamente agli americani, molti dei quali disorientati dalla bufera di questi giorni. Americani a cui, in una difesa appassionata, spiega come alla Casa Bianca non ci sia alcun caos, e come attorno a lui si sia creato un clima avvelenato fondato su “false notizie”.

Bolla così come “una barzelletta” i report dei media sui contatti dei responsabili della sua campagna elettorale con funzionari e spie russe. E spiega come Michael Flynn, nel parlare con l’ambasciatore russo a Washington, “faceva solamente il suo lavoro”, silurato da consigliere per la sicurezza nazionale solo perché ha mentito al vicepresidente Mike Pence.

Ma i toni del presidente americano stavolta sono più calmi, la consueta spavalderia messa da parte. Entrando nella East Room della Casa Bianca parla per 25 minuti per spiegare che ha ereditato un disastro, e che nonostante questo in pochissimi giorni lui e il suo team hanno fatto moltissimi progressi. E molti di più sarebbero potuti essere se gli oppositori politici non gli impedissero ancora oggi di avere un governo al completo, con molte nomine ancora da confermare in Senato e molte caselle ancora da riempire.

Prende tutte le domande stavolta. E’ un’operazione di immagine che non prevede strali o invettive. A differenza di quanto accaduto fino a poche ore prima: “Li beccheremo”, aveva twittato furioso in mattinata, scagliandosi contro le ‘talpe’ che diffondono notizie incontrollate. “La pagheranno cara”, aveva rincarato la dose parlando ad un gruppo di sostenitori repubblicani.

La lettura dei giornali, del resto, non aveva fatto altro che accrescere la sua rabbia. Con il Wall Street Journal in particolare che ha svelato come gli 007 tengano il presidente spesso all’oscuro di molte informazioni sensibili e ‘top secret’ perché non si fidano. Temono che affidarle a Trump, nell’attuale situazione di confusione, significhi comprometterle.

E’ il New York Times, invece, a rivelare come Trump stia pensando di affidare il compito di rigirare come un calzino il pianeta servizi segreti ad un suo carissimo amico, un altro miliardario: si tratta di Stephen Feinberg, cofondatore del fondo di investimento Cerberus Capiutale Management, con nessuna esperienza – accusano i detrattori – in materia di intelligence. E a cui il presidente avrebbe già riservato un posto alla Casa Bianca. Gli 007 sono avvertiti.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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