Mattarella in Cina, visita di Stato per cementare rapporti e aumentare interscambio

"Buon viaggio presidente", un tweet saluta Sergio Mattarella in volo per Palermo - Foto
“Buon viaggio presidente”, un tweet saluta Sergio Mattarella in volo per Palermo – Foto

ROMA. – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è partito per la visita di Stato in Cina. Il Capo dello Stato ha lasciato l’Italia con un volo speciale, decollato dall’aeroporto di Fiumicino. A Pechino vedrà il presidente Xi Jinping. Saranno quattro le tappe cinesi per il presidente della Repubblica: dopo Pechino il viaggio proseguirà a Shanghai, Chongqing e Xian, prima del rientro in Italia.

Il presidente della Repubblica è il garante della stabilità italiana e il lungo mandato al Quirinale rassicura molto Pechino sulla solidità dell’Italia a fronte della perdurante instabilità degli esecutivi. Questa è la lettura della leadership cinese dalla missione di Sergio Mattarella in Cina.

Si tratta di una visita di Stato, la prima per Mattarella dopo quella del 2010 di Giorgio Napolitano, impegnativa, sia per la compressione del programma che per la complessità dei temi in agenda. Un viaggio, tra l’altro, che cade in una fase nella quale le dinamiche internazionali sono pericolosamente destabilizzate dal “ciclone Trump”. Tanto da caricare le conversazioni di Mattarella di argomenti e problematiche che vanno bel al di là dei rapporti bilaterali.

Pechino è infatti sempre più presente sui palcoscenici occidentali e autorevolmente percepita nei forum economici europei. La Cina, si sa, non ha problemi di scioglimenti anticipati di legislatura e i leader di quello che una volta era il “celeste impero” sono assai meno a rischio dimissioni dei primi ministri italiani.

Ed anche le marcate distinzioni italiane di ruolo tra premier e presidente laggiù sono percepite in maniera decisamente più sfumata. Arriva il presidente dell’Italia, Paese simbolo di piccole e medie imprese ad alto tasso tecnologico, e questo basta a rassicurare nonostante in queste settimane i venti di crisi spirino forte.

Sergio Mattarella atterrerà a Pechino accompagnato dal ministro degli Esteri Angelino Alfano (poi sostituito nelle altre tappe da Graziano Delrio e dal sottosegretario Ivan Scalfarotto). Nella capitale vedrà il presidente Xi Jinping e, a dimostrazione del grande impatto economico della visita, saranno firmati una serie di accordi bilaterali che spaziano dalla cultura all’economia.

Saranno ben quattro le tappe cinesi per il presidente della Repubblica: dopo Pechino il viaggio proseguirà a Shanghai, Chongqing e Xian, prima del rientro in Italia.

Italia e Cina stanno vivendo un momento di intensi rapporti bilaterali. Il presidente cinese ha incontrato per due volte in tre mesi l’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, prima in occasione del G20 di Hangzhou, nella Cina orientale, e successivamente a settembre scorso, in occasione dello scalo tecnico di Xi in Sardegna, a Pula, a novembre 2017.

Ma gli scambi commerciali bilaterali non sono ancora al massimo rispetto alle potenzialità. Lo stesso Renzi osservò recentemente, parlando dello squilibrio commerciale tra Roma e Pechino, come sia “impensabile che l’interscambio tra Italia e Cina sia simile a quello tra Italia e Spagna”.

E se con il presidente Xi Jinping si parlerà prevalentemente di politica internazionale, Mattarella potrà approfondire proprio questi temi nel colloquio con il premier Li Keqiang nel palazzo dell’Assemblea del popolo.

Dopo una tappa a Shangai, il capo dello Stato visiterà – e questa è una novità nelle missioni di alto livello – anche la città di Chongqing, considerata la nuova frontiera commerciale della Cina. Un incredibile agglomerato urbano che, nella sua scala più vasta, raccoglie ormai 33 milioni di abitanti per una superficie pari a circa un quarto dell’Italia. E, soprattutto, che registra una crescita costante del pil pari al 10 per cento. Logico che l’Italia abbia da poco aperto a Chongqin un consolato.

(Di Fabrizio Finzi/ANSA)

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