Grecia: l’Eurogruppo tenta di disinnescare una nuova crisi

BRUXELLES. – La situazione in Grecia torna di nuovo a scaldarsi ma l’Europa non perde la calma e cerca di placare gli animi. I problemi sono quelli del passato: le istituzioni Ue ancora non riescono a convincere il Fondo monetario internazionale a partecipare al salvataggio e restano in disaccordo sull’entità delle misure da imporre ad Atene e sulla riduzione del debito.

E il Governo greco non riesce ad imporre nuove misure di austerità al Paese. Per questo l’Eurogruppo prova una strada alternativa, andando incontro al premier Alexis Tsipras: basta austerità, l’accento ora si sposta sulle riforme che, se daranno frutti sul fronte del bilancio, potranno andare a finanziare misure pro-crescita.

E’ questa la formula concordata dall’Eurogruppo con le autorità greche, per cercare di proseguire nel cammino del programma di aiuti che attualmente è fermo a metà della cosiddetta ‘seconda revisione’, ovvero quella tappa nella quale le istituzioni (Bce, Commissione, Esm ed Fmi) fanno il punto sulle riforme fatte e raccomandano all’Eurogruppo lo sblocco della nuova tranche di aiuti.

La revisione si era bloccata perché il Governo si è rifiutato di attuare nuove misure, necessarie a raggiungere il surplus di 3,5% concordato con le istituzioni. Un target “irragionevole” secondo l’ex ministro delle Finanze greco, George Papaconstantinou, secondo cui “avrebbe un costo enorme per l’economia che non avrà più spazio per crescere”.

L’ex ministro è anche tornato sulla questione del debito, “fondamentalmente insostenibile”, e che per questo il Paese avrà bisogno di un “quarto salvataggio”. Ma l’Europa non vuole essere pessimista, e adesso l’Eurogruppo parla di “giornata importante” e “accordo positivo”, che consentirà alle istituzioni di tornare ad Atene e cercare di concludere la revisione entro un tempo ragionevole, si spera entro il prossimo Eurogruppo del 20 marzo.

Sarebbe utile chiudere la questione greca e dare l’ok alla nuova tranche prima che l’Europa entri nella fase elettorale con il voto in Olanda a marzo e quello in Francia a maggio. Per questo lancia segnali positivi: come quello di oggi del capo dell’Esm, Klaus Regling, secondo cui ad Atene serviranno meno soldi del previsto, e quindi si potrà risparmiare qualcosa dagli 86 miliardi del terzo salvataggio.

Su tutto ciò, pesa però l’incognita Fmi, che per salire a bordo vorrebbe una soluzione per il debito che invece l’Europa non può permettersi in un anno di elezioni, incluse quelle tedesche a settembre.

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