Nuova strage di migranti, decine di corpi sulle spiagge della Libia

(FOTO ANSA)
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IL CAIRO. – Un’altra strage di migranti sulla rotta della morte che collega la Libia all’Italia: nel naufragio di un gommone stavolta sono annegate almeno ottanta persone e i loro corpi sono stati restituiti dal mare a ovest di Tripoli. Un altro dato statistico e un’altra tragedia in cui pesa l’instabilità del paese nordafricano diviso. La Mezzaluna Rossa libica ha annunciato che sono stati recuperati 74 corpi sulla costa di Zawiya, una cinquantina di chilometri a ovest della capitale, ma i soccorritori hanno visto galleggiare in mare un imprecisato numero di altre vittime.

Il ritrovamento di un gommone che poteva trasportare tra le 100 e le 120 persone fa temere un bilancio più alto e l’agenzia Ap parla di 12 dispersi e di un unico sopravvissuto. I trafficanti, evidentemente per non perdere il costoso motore, lo hanno tolto lasciando il gommone alla deriva e condannando i disperati ad un annegamento collettivo di cui si può solo immaginare il caotico orrore.

Delle vittime accertate, e indicate come “africani di varie nazionalità”, tre erano donne, ha precisato all’ANSA il portavoce della Mezzaluna rossa, Mohamed Misrati. L’organizzazione umanitaria ha diffuso foto che mostrano sacchi mortuari bianchi e neri, allineati sulla spiaggia rossastra in parte pietrosa. Le vittime vanno ad aggiungersi alle 232 vittime registrate dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Iom) dal primo gennaio a domenica scorsa sulla “Rotta mediterranea centrale”, quella che porta in Italia, a fronte di 10.120 arrivi.

L’anno scorso i morti erano stati quasi 4.600 e nel 2015 più di 2.850. Dal 2014 le vittime accertate di questa traversata sono state oltre diecimila, ma le cifre reali sono sicuramente più alte.

E la tragedia avrebbe dimensioni ancora più gravi se non si continuassero a salvar vite umane quasi ogni giorno: 630 migranti sono stati recuperati solo nelle ultime ore al largo della Libia in due operazioni di soccorso coordinate dalla centrale operativa della Guardia Costiera italiana, mentre quella libica ha annunciato più di 500 salvataggi tra venerdì e sabato al largo di Sabrata, sempre sulla costa occidentale del paese.

L’Italia all’inizio del mese ha raggiunto un accordo per aiutare le autorità libiche a contrastare i trafficanti di esseri umani e ridurre così gli arrivi sulle coste italiane che solo quest’anno sono stati già 10.200, dopo i 181 mila dell’anno scorso.

Ma è stato possibile sottoscrivere l’intesa solo con il governo del premier Fayez Al Sarraj insediato a Tripoli con il sostegno dell’Onu: il parlamento, controllato da sostenitori dell’uomo forte della Cirenaica, il generale Khalifa Haftar, lo considerano nullo. Sul fronte del dialogo fra le due fazioni, c’è sempre movimento ma molto sotterraneo e connotato soprattutto da rifiuti come quello che Haftar e il presidente del parlamento, Aqila Saleh, hanno opposto la settimana scorso a un faccia a faccia al Cairo con Sarraj.

Gli sviluppi inoltre sono complicati dal “Grande Gioco” di potenze regionali e mondiali attratte dal petrolio: proprio nelle ultime ore è stato annunciato un accordo di cooperazione tra la Russia e l’ente petrolifero libico Noc.

(di Rodolfo Calò/ANSAmed)

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