Presidente della Bundesbank: “Gli stati indebitati continuano a spendere troppo”

BERLINO. – Toni pacati, ma resta la critica di fondo: il presidente della Bundesbank Jens Weidmann ha definito “adeguata” la politica espansiva, ma ha anche nuovamente sollecitato una riflessione su quando iniziare a decelerare. E sull’eurozona ammonisce: gli stati indebitati continuano a spendere troppo, e non approfittano della politica dei tassi bassi come dovrebbero. Inoltre sulle riforme c’è stato un rallentamento. E il presidente boccia la via della comunitarizzazione del debito.

Le parole di Weidmann arrivano nel giorno in cui l’istituto di Statistica federale ha comunicato che nel 2016 la Germania ha segnato un avanzo di bilancio record da 23,7 miliardi – soglia mai così alta dalla Riunificazione – e ha confermato che la crescita del Pil ha toccato l’1,9%. Per il 2017 è stata la invece Bundesbank a prevedere una crescita dell’1,8%.

Dati che fanno da ingrediente alla polemica sulla destinazione dell’avanzo primario, mentre a Berlino la campagna elettorale è vivissima, alla luce del recupero (che è già un sorpasso) dell’SPD di Martin Schulz. Sollecitata sulla tenuta dell’eurozona, anche Angela Merkel ha ripetuto la sua netta opposizione alla condivisione dei debiti: “Noi insistiamo sul principio della responsabilità di ciascuno e dunque un no agli eurobond”, ha detto in conferenza stampa con il premier lituano.

Se l’eurozona dovesse correre dei rischi esistono già meccanismi di solidarietà come quelli che fanno capo all’ESM, ha affermato. Anche sull’impiego del surplus, Merkel va dritta per la sua strada: ha confermato di voler dare priorità alle spese sulla sicurezza (anche per i difficili rapporti con Washington) e ribadito di non voler fare debiti. I

l programma “sociale” di Schulz, che vuole rivedere le riforme del lavoro, è stato già bacchettato anche da Weidmann: “Eravamo il malato d’Europa”, “tornare indietro su Hartz IV non aiuta di fronte alle attuali sfide economiche”. Il cuore dell’intervento di Weidmann, che a Francoforte ha presentato il rapporto annuale della Bundesbank, è però la politica monetaria della Bce:

“La politica espansiva resta appropriata. Anche se sul grado di espansione ci sono diverse opinioni. Ci si può chiedere ad esempio, come ha fatto Yves Mersch due settimane fa, quando dovremmo togliere gas, e se il consiglio della Bce non debba in questo contesto rendere più simmetrica la sua comunicazione, evitando di dare indicazioni soltanto sul fatto che si potrebbe fare una politica monetaria anche più espansiva”, ha detto.

Weidmann è tornato a redarguire i paesi indebitati dell’eurozona. “Non do credito alle proposte come quelle circolate di recente, che essenzialmente si riducono a una rinserrare i ranghi, aumentando la condivisione delle passività”, ha detto rispondendo a una domanda.

In tempi di tassi bassi, ha poi sostenuto, alcuni ministri delle finanze potrebbero rendere i bilanci più sostenibili, e invece “nonostante il già alto livello dei debiti, alcuni Paesi dell’euro hanno addirittura fortemente aumentato le loro spese”.

“Con l’aumento dei tassi il peso del forte debito pubblico diventerà di nuovo evidente. E anche i mercati potrebbero giudicare con scetticismo la sostenibilità dei debiti pubblici”, è il richiamo. Nel 2016 gli utili della Banca centrale tedesca hanno subito un calo di oltre due terzi rispetto all’anno precedente: un miliardo di euro, rispetto ai 3,2 del 2015.

Nel bilancio della banca centrale si rispecchiano scelte come l’acquisto dei titoli in grande stile e i tassi negativi, ha affermato Wedimann. Alle casse dello Stato sono stati trasferiti 400 milioni di euro scarsi; il resto è stato destinato agli accantonamenti pensionistici.