Grillo a Roma tra la grana dello stadio e il recupero degli “ortodossi”

Beppe Grillo entra in Campidoglio per partecipare ad una riunione di maggioranza sullo stadio della Roma, il 22 febbraio 2017 a Roma. ANSA/ MASSIMO PERCOSSI
Beppe Grillo entra in Campidoglio per partecipare ad una riunione di maggioranza sullo stadio della Roma, il 22 febbraio 2017 a Roma. ANSA/ MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Quattro giorni e quattro notti a Roma, ancora una volta nella veste di gran mediatore: Beppe Grillo non era mai rimasto così tanto nella Capitale e la lunghezza della sua permanenza è la cifra della complessità dell’ennesima partita capitolina: quella dello stadio. Una partita sulla quale il M5S si è diviso e che potrebbe avere, per il Movimento, sensibili risvolti elettorali.

E’ su questi due binari – quello romano e quello nazionale – che, di fatto, il leader M5S dedica le ultime ore a Roma: tornando ad occuparsi del dossier Tor di Valle e ricevendo Roberto Fico e Carlo Sibilia, due tra gli esponenti più ‘bersagliati’ dal blog negli ultimi tempi per le loro posizioni al limite della dissidenza. Grillo vede i membri dell’ex direttorio a pranzo, senza alcun filtro, neanche quello dello staff della comunicazione.

E’ un incontro lungo, quello tra il leader e i due parlamentari, finiti nel ‘mirino’ dopo le critiche riservate alla (fallita) alleanza con il gruppo Alde in Ue e al giudizio positivo che l’ex comico dedicò al presidente Usa Donald Trump. Critiche che il blog ufficiale del Movimento zittì in modo brusco e clamoroso.

Con il faccia a faccia di oggi, Grillo intende in qualche modo ‘ammorbidire’ quegli asettici interventi via web, in nome della compattezza del Movimento. “Beppe è arrabbiato con me? Assolutamente no, ci vogliamo bene”, sottolinea Sibilia al termine dell’incontro mentre Fico, dopo il pranzo a Forum, torna in tv e nega di essere ‘l’anti-Di Maio’ in vista delle candidature alla premiership.

“Io un capocorrente? E’ una stupidaggine, non esistono correnti nel M5s, esiste il dibattito. Fare una corrente significa mettersi ai livelli dei partiti politici”, sottolinea Fico, precisando di non pensare, al momento, ad una sua candidatura.

Eppure, le divisioni tra i parlamentari nei giorni scorsi sono riemerse in chiave stadio. Un dossier al quale Grillo, all’hotel Forum, si dedica anche oggi, tra telefonate, incontri con tecnici ed esperti, e un faccia a faccia finale con i parlamentari di supporto alla sindaca di Roma, Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro.

Domani, infatti, sarà il giorno dell’incontro tra il Campidoglio e i proponenti del progetto. Un incontro al quale Grillo vuole che il M5S vada con tutte le possibile alternative ben chiare. Perché il progetto di Tor di Valle, così com’è, continua a non piacere al leader M5S.

Da qui la testarda ricerca di una via alternativa, tra cui quella di spostare l’impianto dal perimetro iniziale, sul quale i dubbi del M5S restano altissimi. Da qui, una trattativa che corre sul filo. “Noi non ci inchiniamo al ‘dio cemento’. Pensiamo che la Roma debba avere uno stadio e vogliamo trovare la soluzione migliore”, è la linea di Luigi Di Maio.

“L’ufficio dell’Urbanistica darà delle risposte a breve”, sono le ultime parole di Grillo prima di lasciare nel tardo pomeriggio Roma. Parole con il quale leader sceglie di salvaguardare quell’autonomia di Virginia Raggi offuscata, in questi giorni, dalla sua presenza a Roma. Ma Grillo va via senza incontrare Roberta Lombardi: segno che, sullo stadio e su Roma, le tensioni nel M5S sono tutt’altro che finite.

(di Michele Esposito/ANSA)

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