Asse Grasso-Prodi in difesa della legislatura, voto nel 2018

Il presidente del Senato Pietro Grasso. ANSA/GIUSEPPE LAMI
Il presidente del Senato Pietro Grasso.
ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – Mettere fine alle incertezze che “danneggiano il Paese” e lavorare affinché la legislatura arrivi a scadenza naturale, con le elezioni nella primavera del 2018. A sostenerlo, in un inedito asse a distanza, sono il presidente del Senato Pietro Grasso e l’ex premier Romano Prodi.

Il presidente di Palazzo Madama approfitta di un convegno organizzato da Limes per cercare di mettere in sicurezza la stabilità del Paese ribadendo la sua “fiducia nelle potenzialità del presidente Gentiloni e del governo”. Il pensiero di Grasso corre infatti ai “tanti provvedimenti che riguardano la vita delle persone e delle imprese”. Da non dimenticare poi il capitolo legge elettorale il cui cardine deve essere quello “dell’omogeneità tra Camera e Senato”.

Insomma un vero e proprio richiamo “al senso di responsabilità delle forze politiche” quello del presidente del Senato convinto della necessità che all’esecutivo gli sia dato modo “di lavorare anche in vista dei prossimi appuntamenti internazionali con la serenità necessaria”.Grasso non entra nel merito delle vicende che in questi giorni stanno tenendo banco, soprattutto nel Partito Democratico, ma le sue parole possono essere lette come una sorta di stop all’attivismo renziano per il voto a giugno.

Il presidente del Senato non risparmia ‘bacchettate’ a tutti i partiti che molto spesso in questa fase appaiono più interessati alle loro vicende e “ai prossimi impegni elettorali piuttosto che alle difficoltà ai diritti e alle aspirazioni dei cittadini”.

Le preoccupazioni del presidente di palazzo Madama sulle conseguenze di una fine anticipata della legislatura sono le le stesse di Romano Prodi. Ospite di un convegno a Bologna, il Professore invita a non avere fretta di andare alle elezioni: “Vedo che si vogliono affrettare le elezioni, non capisco. Secondo me il Paese, di fronte ai problemi internazionali, a tutte le tensioni che ci sono, ha bisogno di tranquillità, di votare la prossima primavera a tempi giusti”.

L’ex presidente della Commissione Europa non esita a definirsi “sorpreso” perché “in democrazia bisogna essere sempre pronti. Diverso è quando è opportuno” votare”.

(di Yasmin Inangiray/ANSA)