Stadio della Roma: malore per Raggi, dall’ospedale al vertice

La sindaca di Roma Virginia Raggi lascia l'ospedale San Filippo Neri dove è stata sottopsota ad accertamenti dopo il malore avuto stamani. Roma, 24 febbraio 2017. ANSA/ GIUSEPPE LAMI
La sindaca di Roma Virginia Raggi lascia l’ospedale San Filippo Neri dove è stata sottopsota ad accertamenti dopo il malore avuto stamani. Roma, 24 febbraio 2017. ANSA/ GIUSEPPE LAMI

ROMA. – Preceduto dal colpo di scena del malore di Virginia Raggi con ricovero in ospedale e dimissione nel pomeriggio, l’incontro chiave in Campidoglio per il nuovo stadio della Roma alle otto di sera ancora deve iniziare dopo essere slittato di alcune ore. L’obiettivo è trovare un compromesso tra i proponenti il progetto e l’amministrazione M5S, su posizioni diverse, a sette giorni dalla scadenza del 3 marzo della Conferenza di servizi.

La sindaca Raggi, tornata dall’ospedale, ha riunito esponenti della maggioranza per fare il punto. In piazza davanti al Comune anche un gruppo di tifosi della Roma al grido di ‘Virginia famo sto stadio’ e lo striscione di sapore calcistico ‘Basta melina’.

Basta temporeggiare, insomma. La chiave è la pubblica utilità del progetto approvato dalla maggioranza di Ignazio Marino nel 2014, che andrebbe rivista. Con la delibera che secondo i pareri legali richiesti dalla giunta Raggi sarebbe “illegittima”, annullando così il rischio di causa milionaria. Una rassicurazione che potrebbe favorire un compromesso, depotenziando l’arma del ricorso alla legge per l’As Roma e il costruttore Luca Parnasi.

Così si può discutere di taglio consistente delle cubature, riperimetrazione del progetto – fuori dalla zona a rischio idrogeologico, ma restando a Tor di Valle – di ripensamento delle opere pubbliche connesse o di spostamento dello stadio in un’altra area. In questo caso, per rivedere totalmente i piani, dovrebbe esserci una richiesta di proroga di due mesi da parte dei proponenti, gli unici a poterlo fare.

L’idea della ‘riperimetrazione’ era quella dell’ex assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, del tutto contrario al progetto Tor di Valle così com’è. Possibile un taglio delle cubature intorno al 25 per cento e una serie di modifiche dei materiali e delle tecniche da impiegare. Argomenti che potrebbero convincere i 29 consiglieri comunali del Movimento.

Da Beppe Grillo in giù diversi esponenti del Movimento 5 Stelle hanno ribadito che lo stadio si farà, ma garantendo i principi di rispetto dell’ambiente, no alle speculazioni edilizie e no al consumo del suolo che han fatto vincere Raggi. “Lo stadio si farà”, ha detto oggi Carlo Sibilia, parlamentare ed ex del Direttorio, “sono in corso riunioni per trovare le soluzioni”.

Cautelarsi da una causa milionaria, in caso di annullamento della delibera, era la preoccupazione principale dell’amministrazione, pressata da parte della base contraria al progetto e alla cementificazione ritenuta eccessiva. L’Avvocatura del Comune, interpellata, avrebbe rassicurato la sindaca che essendo la delibera “illegittima” per vari motivi, il rischio di dover pagare centinaia di milioni di danni non è concreto. La delibera si può rimodulare o annullare, passando per l’Assemblea capitolina, dove M5S ha una maggioranza schiacciante. Vietata, invece, sarebbe la revoca con un atto di giunta.

(di Luca Laviola/ANSA)