Mattarella: “Fermare unilateralismo, rischio crisi globale”

Il Presidente Sergio Mattarella nel corso della Lectio Magistralis alla Fudan University di Shanghai
Il Presidente Sergio Mattarella nel corso della Lectio Magistralis alla Fudan University di Shanghai

SHANGAI. – Guerre commerciali, unilateralismo, chiusure, barriere e improvvisazioni condite da frenetici cambi di linea: il mondo rischia di scivolare nell’abisso, verso un punto di rottura non recuperabile. Sergio Mattarella è allarmato e non ci gira intorno: il clima mondiale è pericolosamente degenerato e bisogna ricominciare con pazienza a tessere la tela di una “governance mondiale”, saggia, ordinata e prudente. Da Shangai il presidente della Repubblica chiude il filo dei suoi “ragionamenti cinesi” dei quali il convitato di pietra è Donald Trump.

Mai citato, in un importante discorso tenuto all’università Fudan di Shangai, the Donald è comparso più volte nelle pieghe della lectio magistralis ascoltata con attenzione da studenti italiani e cinesi. Il mondo è cambiato con una velocità che ha rotto tutti gli schemi della geopolitica e il presidente cita l’esempio dell’Unione europea come antidoto alle crepe che si stanno aprendo:

“Il percorso di integrazione europea ha portato, al nostro Continente, pace, prosperità e diritti in misura e ampiezza inedite nella sua storia. Cina ed Europa devono sapersi guardare vicendevolmente molto più di quanto non sia già avvenuto, per rapporti economici, commerciali e finanziari sempre più intensi”, ha spiegato ricordando come l’Europa si sia unita proprio mettendo al bando i muri del passato, sapendo rinunciare a parte delle proprie sovranità individuali per aprire un’era di sviluppo.

Invece oggi si assiste silenziosi a rimozioni storiche dettate dalla paura, si cestinano conquiste che sembravano acquisite. Non possiamo pensare – nessuno può farlo – di affrontare sfide epocali, problemi così imponenti senza un impegno comune. “Non possiamo rischiare che la delicata trama delle relazioni internazionali sia scossa da “guerre commerciali” innescate da pure azioni e reazioni”, avverte il capo dello Stato sostenendo con vigore le aperture di Pechino per l’abbattimento delle barriere commerciali.

Un mondo alla rovescia sembra dominare questa visita di Stato del presidente in Cina: lo sguardo spesso è rivolto agli States e ogni giorno si valutano le nuove prese di posizione dell’amministrazione Usa come quella odierna di voler costruire il muro tra Stati Uniti e Messico in tempi rapidissimi.

Per carità, l’alleanza translatlantica non è minimamente in discussione ma di tanto in tanto tra alleati qualche critica è concessa. E’ quasi paradossale sentire queste parole dalla Cina comunista: “segnali diversi, quali il rallentamento nella crescita del volume del commercio internazionale, sono percepiti, a Pechino e a Roma, con eguale apprensione.

Una preoccupazione – sottolinea il presidente – alimentata dal progressivo affermarsi di un clima di minor collaborazione, a livello internazionale, in netta controtendenza con la consapevolezza di un mondo divenuto “più piccolo”. Una circostanza, questa, che dovrebbe spingerci, anziché allontanarcene, verso una collaborazione internazionale ancor più intensa rispetto al passato”.

E quindi Mattarella plaude alle aperture cinesi sugli scambi commerciali e aderisce con forza all’iniziativa One Belt One Road, cioè la nuova Via della Seta e delle infrastrutture promossa dal presidente Xi Jinping “che costituirà un nuovo, importante asse nelle relazioni tra i nostri continenti”. E che potrebbe dare ossigeno al sistema portuale italiano. Proprio di questo si sta occupando il ministro delle infrastrutture Graziano Delrio anch’egli in queste ore in Cina.

(Dell’inviato Fabrizio Finzi/ANSA)