Pil Usa sotto le attese, ma boom fiducia dei consumatori

NEW YORK. – L’economia americana continua la sua parabola di crescita lenta. Dopo il +3,5% del terzo trimestre 2016, il pil negli ultimi tre mesi dell’anno rallenta e sale dell’1,9%, una crescita invariata rispetto alla prima stima di gennaio (la terza e ultima stima è attesa in marzo). Un dato sotto le attese che però non sembra spaventare la Fed, pronta a una stretta alla prossima riunione in calendario il 14 e 15 marzo.

In attesa di indicazioni sulle politiche che Donald Trump intende attuare, al di là delle promesse di campagna elettorale, la banca centrale americana apre a un rialzo dei tassi in marzo. Va preso “seriamente in considerazione” afferma il presidente della Fed di San Francisco, John Williams, spiegando la necessità di “rimuovere gradualmente il piede dall’acceleratore per evitare un surriscaldamento dell’economia, che sarebbe insostenibile”.

Gli fa eco William Dudley, il presidente della Fed di New York, convinto che i motivi per un rialzo dei tassi di interesse si sono fatti più convincenti. Wall Street attende le prossime di Janet Yellen, e aspetta la ‘ricetta Trump’ con la quale, la crescita potrebbe accelerare fino al +4% l’anno, facendo tornare gli Stati Uniti a correre soprattutto se paragonato al +1,6% del 2016.

Le promesse del presidente durante la campagna elettorale, dal piano di investimenti per le infrastrutture al taglio delle tasse, restano per ora sulla carta. L’unico effetto degli annunci è quello di far volare la fiducia dei consumatori, schizzata a febbraio ai massimi dal 2001. Una fiducia che sembra in grado di sostenere i consumi: complici i progressi sul mercato del lavoro e il basso costo del denaro, i consumatori si confermano il motore di crescita dell’Azienda America.

Negli ultimi tre mesi dell’anno i consumi sono saliti più di quanto inizialmente previsto, avanzando del 3% e bilanciando il rallentamento degli investimenti aziendali e delle spese del governo. Un balzo importante che fa guadagnare tempo all’amministrazione Trump per definire le prossime mosse.

A cercare di ridimensionare le attese sulle misure paventate dal presidente è il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin: la crescita può accelerare fino al 3%, ovvero un punto percentuale in meno rispetto all’obiettivo di Trump. E, soprattutto, serve tempo: l’accelerazione arriverà il prossimo anno, quando le nuove politiche saranno entrate pienamente in vigore.

Cerca maggiore chiarezza dall’amministrazione anche la Fed. L’aumento dei tassi di interessi non e’ scontato e la cautela, come più volte indicato dal presidente Janet Yellen, è d’obbligo: nonostante i progressi restano debolezze sul mercato del lavoro, soprattutto sul fronte dei salari. E soprattutto non si conoscono le politiche di Trump che potrebbero accelerare la crescita, costringendo la Fed a premere sull’acceleratore per il rialzo dei tassi.

Le ultime parole prima della riunione di marzo Yellen le pronuncerà venerdì prossimo, prima di entrare nel periodo di pausa che precede l’incontro.

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