Merkel in Egitto e Tunisia con il piano Marshall per l’Africa

Il presidente dell'Egitto, Abdel Fattah al Sisi con la cancelliera tedesca Angela Merkel. Immagine d'archivio.
Il presidente dell'Egitto, Abdel Fattah al Sisi con la cancelliera tedesca Angela Merkel. Immagine d'archivio. (ANSA/EPA)
Angela Merkel con il presidente dell’Egitto, Abdel Fattah al Sisi

IL CAIRO. – Per impostare il “Piano Marshall per l’Africa” con cui la presidenza di turno tedesca del G20 vuole contribuire ad arginare la marea montante dei migranti, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha fatto tappa al Cairo nell’ambito di un viaggio di due giorni che la porterà anche in Tunisia.

L’Egitto del presidente ed ex-generale Abdel Fattah al Sisi, assieme a Tunisi, è stato individuato dalla Merkel come un potenziale candidato con cui impostare un accordo sui migranti simile – anche se non uguale – a quello raggiunto con la Turchia per tamponare la falla attraverso cui centinaia di migliaia di profughi cercano di raggiungere l’Europa puntando sull’ormai peraltro chiusa rotta balcanica.

“Abbiamo qui un compito comune”: migliorare il destino dei profughi”, ha detto Merkel in una conferenza stampa congiunta con Sisi al termine di un colloquio. La cancelliera si è riferita al sostegno tedesco sia al miglioramento delle condizioni di vita dei cinque milioni di migranti bloccati in Egitto, tra cui 500 mila siriani, sia al lavoro delle organizzazioni internazionali.

“Ci sono grandi sfide” e “noi parliamo di aiuti tangibili”, ha detto Merkel senza fornire cifre e confermando quindi che la sua missione è più di sondaggio che non mirata a stringere accordi precisi. Anche Sisi, ad una domanda sulla sua disponibilità, ha detto che il momento per simili negoziati non è ancora arrivato il tempo.

E’ noto peraltro che il Cairo si oppone alla creazione di campi in cui stivare migranti respinti dall’Europa e Merkel lo ha rassicurato: l’Egitto non deve accogliere “persone che non sono venute dall’Egitto”. Circa la Libia, con cui l’Egitto condivide un lungo confine e mire egemoniche del generale Khalifa Haftar, Merkel ha detto che Berlino e l’Ue si impegneranno più intensamente per trovare una soluzione politica alla crisi che da sei anni spacca il paese.

Nella sua terza visita in Egitto da quando è in carica (l’ultima risale al 2009), Merkel ha sottolineato la comunanza con il Cairo in fatto di lotta al terrorismo islamico e la nutrita delegazione economica al seguito ha rispecchiato il quasi-primato dell’export tedesco in terra egiziana, secondo solo a quello cinese (dati 2015).

Per l’occasione Siemens ha inaugurato tre centrali elettriche le cui turbine sono sembrate coprire il rumore di fondo delle denuncia di Amnesty International sul rispetto dei diritti umani (peggiore anche rispetto “alle ore più scure del regime di Mubarak”). Accuse cui Sisi anche stavolta sottolineando “l’interesse” del suo governo per il rispetto dei diritti fondamentale ed esortando gli europei a considerare la minaccia terroristica cui è esposto il paese.

(di Rodolfo Calò/ANSA)

Lascia un commento