Diplomatico o spia? L’ambasciatore della Russia in Usa al centro della bufera

Sergey Kislyak, l'ambasciatore russo che inguaia Trump
Sergey Kislyak, l’ambasciatore russo che inguaia Trump

NEW YORK. – Una lunga carriera diplomatica che lo ha portato alla Nato a Bruxelles e a Washington. Un palcoscenico mondiale che gli ha consentito di costruire, soprattutto negli Usa, una vasta rete di contatti con ricevimenti sontuosi e incontri a raffica. Una rete che ora lo porta alla ribalta mondiale: Sergey Kislyak, l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, è l’uomo al centro del Russiagate che sta travolgendo l’amministrazione Trump.

Le cariche di rilievo ricoperte nella sua lunga carriera, ora il diplomatico sarebbe in pole position per la successione di Vitaly Churkin all’Onu, spingono molti a chiedersi se sia una spia. Cresciuto nell’era dell’Unione Sovietica, Kislyak è paragonato ad Anatoly F. Dobrynin, l’ambasciatore russo a Washington dal 1962 al 1986, nel pieno della Guerra Fredda e della crisi dei missili con Cuba.

Il primo passaggio di Kyslyak negli Stati Uniti risale proprio al 1985, l’ultimo anno di Dobrynin. Nella capitale americana si fermò allora per quattro anni. Poi divenne il primo rappresentante russo alla Nato e ambasciatore in Belgio dal 1998 al 2003. Rientrato a Mosca, ha successivamente trascorso cinque anni con l’incarico di viceministro degli esteri. Nel 2008 il ritorno a Washington.

Le relazioni di Kyslyak con i funzionari americani, dal Congresso alla Casa Bianca, sono di vecchia data e, negli ultimi nove anni a Washington, ha continuato a coltivarle. Con il suo cordiale sorriso e il fluente inglese, Kyslyak difende da sempre in modo combattivo le politiche della Russia da tutte le accuse, anche quelle di hackeraggio per influenzare le elezioni. Ma allo stesso tempo è un convinto sostenitore che i rapporti fra Russia e Stati Uniti non siano definitivamente incrinati e possano migliorare.

Kislyak è stato presentato al presidente Donald Trump lo scorso aprile, quando Trump è intervenuto al Mayflower Hotel a un incontro organizzato dal Center for the National Interest. Kislyak era uno dei quattro ambasciatori seduti in prima fila per ascoltare Trump. All’incontro era presente anche il ministro della Giustizia americano, l’allora senatore dell’Alabama, Jeff Sessions. Si tratterebbe, secondo molti, del primo faccia a faccia con Sessions, quello che potrebbe aver aperto la strada agli incontri che ora minacciano l’amministrazione Trump.

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