8 marzo: a Roma marea fuxia, “nessuna resti indietro”

ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI

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ROMA. – In piazza forti, per la prima volta, di altre 54 piazze nel mondo. La marea fuxia dell’8 marzo ha invaso anche Roma dove con il corteo organizzato dalla rete Non Una di Meno, migliaia di donne e uomini hanno sfilato dal Colosseo fino a piazza San Cosimato al grido di ‘se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo’. Cappelli, nastri, bandane, parrucche, tutto fuxia per raccontare ancora una volta che la parità non è stata raggiunta.

Evento clou di una giornata all’insegna della lotta per i diritti che ha visto manifestare, separatamente fin dal mattino, diverse categorie di lavoratrici. Uno “sciopero globale” che si è fatto sentire soprattutto sul fronte del trasporto pubblico, con lo stop di tutte e tre le linee della metropolitana. E il mix di cortei e iniziative ha comportato per Roma una giornata di caos per il traffico.

“I femminicidi purtroppo sono un fenomeno strutturale – dice Marina, tra le organizzatrici del corteo partito nel pomeriggio dal Colosseo – le condizioni di vita e di lavoro delle donne sono pessime anche in Italia. Il jobs act penalizza ancora di più le donne rendendole più ricattabili, con casi di molestie che aumentano”.

In prima fila c’è anche una ragazza del Bangladesh, bellissima. E’ venuta via dal suo Paese un anno fa per sposare un suo connazionale che lavora in Italia: “non è stato un bel matrimonio – dice in uno stentato italiano – mi ha sempre picchiato fino al giorno in cui sono scappata perché avevo paura di morire. Adesso vivo in una casa protetta e sono qui perché voglio gridare forte il mio sogno di essere libera e di diventare una cuoca”.

In piazza si incontrano giovani studentesse e femministe storiche, come Loredana Rotondo, regista di ‘Processo per stupro’ che documentava quanto, nei casi di violenza sessuale, la vittima fosse tale anche durante gli interrogatori nei tribunali.

Ma ci sono anche gli uomini, come Paolo: “lotto tutti i giorni contro una cultura sessista, e solo quando uomini e donne saranno alleati avremo una speranza di farcela”.

Tra gli organizzatori c’è anche l’avvocato Tatiana Montella che non fa sconti alla politica: “la conferenza Stato-Regioni ha definanziato il fondo sociale di 200 dei 300 milioni previsti tagliando asili nido e centri antiviolenza, per esempio, mettendo in atto precise scelte discriminatorie nei confronti delle donne, relegate sempre di più a un ruolo subalterno.

Donne che dovranno sopperire a servizi che lo Stato non eroga più. E questo verrà citato nel Piano femminista contro la violenza maschile sulle donne che presenteremo al governo entro giugno”. Ma quella di stasera è stata l’ultima, e la più partecipata, delle iniziative dell’8 marzo a Roma.

Le metro sono state chiuse per lo sciopero delle lavoratrici, sostenuto da diverse sigle sindacali, e questo, insieme alla girandola di cortei e sit-in, ha creato notevoli disagi al traffico. Anche lo sciopero delle educatrici ha comportato la chiusura di molti asili nido e scuole dell’infanzia.

In mattinata tante le iniziative: il corteo contro la buona scuola al Miur, le manifestanti davanti alla Regione Lazio per il diritto all’aborto, le sarte dell’atelier di Valentino, le studentesse della Sapienza il cui slogan era ‘Il sapere è la nostra arma’. Per tutte loro oggi è stato disponibile il car sharing solidale, le cui auto erano riconoscibili, ovviamente, da una coccarda fuxia.

(di Simona Tagliaventi/ANSA)

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