Da atelier a “Lotto marzo”, sarte Valentino in corteo

(ANSA/AP Photo/Bullit Marquez)
(ANSA/AP Photo/Bullit Marquez)

ROMA. – Confezionano abiti da sogno destinati alle passerelle più importanti dell’alta moda. Lavorano tutti i giorni nel mondo del bello, anzi lo creano, e oggi, dicono: “siamo qui perchè difendere i diritti è bellissimo”. Sono le lavoratrici dell’Atelier Valentino di Roma e anche loro, oggi, hanno aderito allo sciopero globale delle donne “Lotto marzo” manifestando in occasione del #Feministrike accanto a realtà molto diverse come precarie della scuola, movimenti e disoccupate.

Le sarte della prestigiosa casa di moda hanno incrociato le braccia le ultime due ore del turno di lavoro e sono scese in piazza vestite di nero con un fiocco fuxia per dare “un segnale di sostegno a tutte le donne in difficoltà” e manifestare “contro ogni forma di abuso e sfruttamento”. Prima un sit-in nel centro di Roma, a piazza Mignanelli sotto la sede della maison, poi hanno raggiunto la manifestazione principale al Colosseo.

Vestite di nero con fiocchi e palloncini fuxia le circa 40 sarte hanno esposto manifesti con su scritto ‘Vesto come voglio. Faccio quel che voglio”. “Siamo unite e compatte per rivendicare i diritti di tutte le donne – ha spiegato Silvia, una sarta dell’atelier – Il nostro è un settore tutto al femminile, lavoriamo con e per le donne, e per questo abbiamo scelto di scioperare e unirci al corteo per lanciare un messaggio di solidarietà a tutte le donne in difficoltà: da chi non ha un lavoro a chi subisce violenza o è vittima di discriminazione razziali o sessuali. Manifestiamo anche per loro”.

Le artigiane di una delle sartorie di alta moda più ambite non si sentono delle privilegiate, così come potrebbero apparire nell’immaginario comune. “Come tutte le donne -dicono- combattiamo il gap che ci costringe a sforzi enormi per conciliare il lavoro con la vita privata”.

“I ritmi spesso sono pesanti – continua Silvia, 30 anni – a ridosso delle sfilate copriamo molte ore di straordinari. Lo facciamo con passione perché vedere quegli abiti magnifici in passerella ci dà una grande soddisfazione ma sicuramente crea non poche difficoltà far conciliare i turni con la vita privata, soprattutto per noi giovani”.

Le fa eco Daniela, sarta ‘storica’ della maison impiegata in uno dei tre reparti dove mani sapienti ricamano, infilano perline, cuciono, tagliano. “Ci sentiamo molto fortunate rispetto alle tante donne che non hanno un lavoro – spiega – per questo ci siamo sentite in obbligo di scendere in piazza oggi. Certo, è anche vero che non sappiamo cosa ci riserverà il futuro. Ci auguriamo che il settore dell’alta moda rimanga d’interesse e che ci siano investimenti. Il bello va difeso sempre, e i diritti fanno parte del bello”.

(di Chiara Acampora/ANSA)

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