8 marzo: Umbria, donne in prima linea emergenza sisma

NORCIA (PERUGIA). – Una mimosa tra le macerie per scoprire, nel giorno dell’8 marzo, che il terremoto ha anche un volto gentile, ma determinato: quello delle donne. Che in Umbria stanno avendo un ruolo chiave nella gestione dell’emergenza e nella ricostruzione di un territorio ferito nello spirito, oltre che nelle case.

Catiuscia, Marica, Giuseppina, Rosella, Anna, Cinzia, Paola, Maria Rosa apparentemente sembrerebbero nomi comuni, invece, sono alcune delle donne simbolo di questo sisma e che oggi, all’ANSA, offrono un racconto dei sei mesi vissuti tra le rovine di Norcia e della Valnerina, mescolando i ruoli con il loro essere. Catiuscia Marini, è la presidente della Regione Umbria.

“Noi donne – dice – abbiamo dimostrato la capacità di lavorare in squadra, condividendo la concretezza del risultato”. Poi pone l’attenzione sul “ruolo delle donne che vivono nelle comunità ferite dal sisma”. “Loro – sottolinea – sono state un elemento di coesione e hanno trasmesso il senso di ritorno alla normalità”.

Marini parla anche di sensibilità e “capacità di cogliere le piccole cose”. A questo proposito Marica Mercalli, soprintendente alle Belle arti dell’Umbria, evidenzia la capacità di introdurre proprio le “specificità che ci rendono uniche, su tutte la praticità e la capacità di fare più cose insieme”.

“In questi mesi – evidenzia Giuseppina Perla, assessore del Comune di Norcia – ho ascoltato tanto, soprattutto gli anziani che si sono scoperti i più fragili”.

Rosella Tonti, dirigente scolastico della città di San Benedetto, dice di avere “tirato fuori tutto l’orgoglio” che era in sé. “E avere ripreso velocemente le lezioni – aggiunge – mi dà tanta soddisfazione”.

Un modo di pensare che appartiene anche ad Anna Cipolla, sfollata dal 30 ottobre alloggiata in un hotel del lago Trasimeno. “Mai arrendersi – afferma – e noi donne in questo siamo speciali”. In questi mesi – racconta – “sono stata amica, madre, moglie, assistente, in una parola, donna”.

Un’altra che sta lottando è Cinzia Cappelli e lo ha fatto per la sua azienda di Castelluccio di Norcia, in cui produce e vende prodotti tipici. “E’ dura – spiega -, ma so che ce la farò, la determinazione e la positività che sappiamo mettere in campo è un valore aggiunto nelle imprese”.

A Paola Di Stefano il terremoto ha portato via soprattutto la spensieratezza dei suoi 22 anni. “Ma ho capito – aggiunge – l’immenso amore che provo per Norcia. Il mio futuro sarà qui, dove voglio aprire uno studio da commercialista”.

“A tutte diciamo coraggio, continuiamo a far sentire la nostra voce, viviamo con fierezza e responsabilità per combattere disuguaglianze e violenza. La femminilità è un valore aggiunto” assicura Maria Rosa Bernardinis, la madre priora delle suore di Cascia.

(di Gianluigi Basilietti/ANSA)

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